Le lancette del Pnrr corrono veloci e all’isola serve un cambio di passo
Il quadro dei lavori dell'incontro organizzato dalla Fondazione Segni
Sassari Servirebbe un cambio di passo e anche una tracciatura più puntuale degli interventi. Sono questi i due grandi temi, in mezzo ad altre riflessioni e prospettive molto elaborate, emersi nel corso del convegno “Il Pnnr in Sardegna”, organizzato dalla Fondazione Segni e andato in scena nella sede sassarese della Fondazione di Sardegna. L’occasione dei 4,6 miliardi di euro a disposizione dell’isola è unica e, se accompagnata bene, potrebbe spingere al rialzo il moltiplicatore del Pil e del reddito delle famiglie. Il problema è che gli interventi sono diventati una matassa molto ingarbugliata.
Il convegno è stato aperto dai saluti istituzionali del presidente della Fondazione di Sardegna, Giacomo Spissu, dal sindaco di Sassari, Gian Vittorio Campus, dal rettore dell’università di Sassari, Gavino Mariotti e dall’amministratore straordinario della Provincia di Sassari, Pietrino Fois. La “ciccia” dei numeri sardi del piano è emersa durante la relazione il docente dell’università di Sassari, Luca Deidda, che ha quantificato il “tesoretto” dell’isola rispetto al quadro nazionale. Ci è spettato tanto, poco è il giusto? La risposta è che il piano non sembrerebbe sovradimensionato. C’è un però. «L’isola poteva ricevere di più – ha spiegato Deidda – i politici non sono stati dei campioni e poi c’è stato un ritardo nell’individuare la cabina di regia sarda».
Tra i numeri sardi spiccano i 413 milioni di euro destinati alla missione Sanità, di cui 218 sono per la sanità territoriale e 195 sull’ammodernamento tecnologico, cioè digitalizzazione e acquisto di grandi apparecchiature. Bene ma non benissimo. Deidda ha infatti messo in fila i 22 progetti più rilevanti: sono tutti in ritardo. In tema di trasporti, ci sono i 4 progetti ferroviari più significativi: Raddoppio Decimomannu-Villamassargia; elettrificazione della Cagliari-Oristano; collegamento elettrificato di Cagliari e Olbia verso i rispettivi aeroporti; la velocizzazione della linea Oristano-Chilivani. I progetti sono tutti in ritardo. Alcuni dovevano essere già realizzati almeno per il 50%.
C’è anche una nota positiva: «A me pare che dall’autunno di quest’anno – ha detto Deidda – ci sia stato un cambio di passo significativo in Regione nella capacità di rendicontare e monitorare il Pnrr sardo anche al di là della parte che compete direttamente alla Regione come ente attuatore».
L’intervento di Deidda è stato preceduto dalla relazione dell’economista Luigi Guiso, che ha introdotto i concetti generali del Pnrr a livello nazionale per poi ripercorrere la storia del piano e approfondire i singoli aspetti della governance. L’esperto ha poi spiegato nel dettaglio come è avvenuta la rinegoziazione da parte del governo fino alla riallocazione, e il taglio, di risorse e progetti. Per quanto riguarda l’avanzamento del piano c’è un numero abbastanza emblematico: 14,5%. Si tratta del rapporto tra i pagamenti effettuati e le risorse impegnate. Tradotto: ogni cento euro impegnati su un progetto, ne sono stati effettivamente spesi soltanto 14,50.
Durante il convegno è intervenuto anche l’assessore di Sassari Carlo Sardara, che ha esposto alla platea il focus sugli interventi nel territorio: 43 progetti per oltre 86milioni di euro. Di questi, 6,4 sono arrivati come premialità per aver attivato gli interventi entro il 2022. (s.sant.)