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Con Lucia Chessa

Lavoro, energia e innovazione. Luigi Pisci: «Rilanciamo l’agricoltura»

Lavoro, energia e innovazione. Luigi Pisci: «Rilanciamo l’agricoltura»

«Ora si presenta la grande opportunità di connettere il sistema dei servizi pubblici a innovazioni tecnologiche legate all’intelligenza artificiale»

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Sassari Lavoro, energia, innovazione: settori strettamente legati secondo la visione di Sardigna R-esiste. Ne parla con passione Luigi Pisci, libraio 42enne di Isili, che su questi argomenti si impegna da tempo con spirito militante.

Molti disoccupati, ma anche molte aziende che non trovano lavoratori. Quale analisi fate:

«La Sardegna non è mai stata messa in condizione di esprimere il proprio potenziale economico. Gravano sull’isola atteggiamenti del governo centrale che hanno limitato lo sviluppo. Anche i vari Piani di rinascita si sono rivelati in larga parte totalmente avulsi da uno sviluppo degno e commisurato alla vocazione isola. Sardigna R-esiste si propone di garantire misure per liberare Sardegna da vincoli impositivi».

Con quali scelte?

«Abbiamo bisogno di un settore rinnovato. Abbiamo grandi potenzialità, qualità e tipicità invidiate in tutto il mondo, ma le condizioni attuali non ci consentono di avere una buona presenza nel mercato interno e nell’esportazione».

Cosa ci blocca?

«Come tutti i popoli sottoposti a pressione coloniale, abbiamo il mercato invaso da merci straniere. L’80 per cento delle derrate alimentari arriva dall’esterno. Dobbiamo dare alle nostre imprese la possibilità di essere più competitive. Molti fiscalisti chiedono una franchigia per tutte le imprese attive nelle aree in decremento demografico. Nell’isola su 377 comuni 308 sono in decremento: quasi tutta l’isola se ne potrebbe giovare».

La competitività delle imprese si intreccia col tema energia...

«Dobbiamo fare la transizione energetica, ma deve essere ecologica. Siamo convinti che le torri eoliche da 200 metri siano incompatibili col paesaggio sardo. Non ci manca il sole: pensiamo a un Piano energetico coordinato con i territori. Si deve dividere la Sardegna in distretti energetici, calcolare i fabbisogni di ciascun distretto e valutare quanti impianti servono. Potremmo fare un piano totalmente compatibile con paesaggio e fornire energia a basso costo. E questo avrebbe un benefico effetto sui costo di produzione».

E il gas?

«Puntare su metano, dorsale, rigassificatori è una mossa scellerata. L’ennesima della classe politica sarda. Per stabilizzare il sistema pensiamo a una filiera sarda di gas da biomassa con i sottoprodotti di agricoltura e pulizia forestale».

Infine l’innovazione: che visione avete?

«La vediamo così: la grande opportunità di connettere il sistema dei servizi pubblici a innovazioni tecnologiche legate all’intelligenza artificiale. Oggi non viene utilizzata per cercare di ottimizzare il sistema dei servizi pubblici».

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