Boom di cani e gatti abbandonati, spesso per non pagare i veterinari
Le cucce dei canili non si svuotano mai nonostante le campagne di adozione. Covid e crisi peggiorano la situazione. E dalla Regione pochi soldi per sterilizzare
Sassari Un fenomeno in crescita, alimentato dall’indifferenza. Spesso dalla mancanza di compassione, a volte anche dalla logica finanziaria. Perché il fenomeno degli abbandoni di cani e gatti in Sardegna non riguarda solo il cucciolo scambiato per peluche natalizio che col passare dei mesi fa meno tenerezza. O il nonnino che con diabete e insufficienza renale richiede molte più attenzioni. Spesso a gonfiare i numeri dei canili sono cani e gatti domestici che hanno bisogno di cure veterinarie che i proprietari non vogliono o non possono sostenere. Il nodo principale resta la sterilizzazione. La Regione stanzia spiccioli. L’ultimo finanziamento per le campagne di sterilizzazioni è del 2022. 200 mila euro per tutta l’isola.
A Olbia, il rifugio I fratelli minori gestito dalla Lida ospita 520 cani e 230 gatti. Nonostante l’infaticabile attività di adozione, le cucce che si svuotano subiscono un triste turn-over. «Dopo il Covid il numero di abbandoni è cresciuto e la situazione era già tragica – dice la responsabile Cosetta Prontu –. Ma sono aumentati anche gli abbandoni di animali feriti. Parliamo di proprietari che ci chiamano dicendo di avere trovato un cane o un gatto ferito o investito. E si affannano a dirci che però si sono affezionati e che lo vorrebbero adottare una volta guarito. È evidente che sono i proprietari. Ci scambiano per una clinica, per loro a costo zero. Ma le cliniche si fanno pagare e noi viviamo soprattutto di donazioni». Il rifugio ha introdotto una regola. «Chi porta un animale ferito, se dopo lo vuole adottare, ne deve sostenere le spese veterinarie».
Abbandoni e “abbandoni mascherati”, secondo la responsabile del canile olbiese, sono aumentati dopo il Covid. «Le persone si sentono in diritto di ricevere tutto. Vero che c’è tanta crisi, ma c’è un trend che va fermato. Quando si prendono degli animali si deve essere responsabili. E mettere in conto che quelle bestiole dovranno essere sterilizzate e curate». Ed ecco un altro tasto dolente. «Sterilizzare è la chiave della fine del randagismo. Nel 2022 la Regione ci ha dato 5mila euro. Spiccioli. Un intervento costa 200-250 euro Solo nel 2023, grazie agli aiuti di Comune e associazioni tedesche nostre partner abbiamo sterilizzato 363 cani e 498 gatti».
Nel canile comunale sassarese “Qua la zampa” ci sono 230 trovatelli. Le adozioni in media sono un centinaio all’anno ma le cucce non restano vuote a lungo. «Purtroppo il fenomeno dell’abbandono è in crescita. Cuccioli presi come fossero giocattoli per i bambini, cani adottati durante il Covid, animali da curare – spiega Angela Ticca, vice presidente della Odv che collabora alla gestione del rifugio –. Mediamente abbiamo cento adozioni all’anno. Ci aiuta molto la nostra pagina Fb ma anche il comune di Sassari con una pagina dedicata. La chiave di volta è e resta la sterilizzazione. Lavoriamo sull’educazione e sul cambio di mentalità. Ma c’è ancora molto da fare».
Che sterilizzare spesso diventi una questione economica trova conferma nelle parole di Manuela Occhineri, veterinaria sassarese con ambulatorio a Sennori. «Facciamo sterilizzazioni quasi tutti i giorni – racconta –. I proprietari come prima cosa chiedono i costi». Una tendenza in aumento dopo il Covid. «Spesso il popolo del web ci accusa di non regalare gli interventi o di far pagare troppo. Ma va spiegato che l’animale che entra in sala operatoria viene incannulato, intubato, sottoposto ad anestesia. C’è una macchina che produce ossigeno. Come accade negli interventi degli esseri umani. Questi sono costi che sosteniamo noi veterinari a cui si aggiunge un aumento dei prezzi dei farmaci dal 10 al 20%. Anche noi abbiamo famiglie, bollette e affitti da pagare. Poi certo mi rendo conto che per molti avere un animale è un bene di lusso: ma chi lo adotta deve mettere in conto che non tutto andrà sempre bene».