Paolo Truzzu resta in silenzio, ma Fratelli d’Italia non molla: nuovo conteggio
Dai dati pessimi della mattinata sino al testa a testa finale Gelo nel quartier generale dove si pregustava la festa
Cagliari La luna di miele è finita, dopo appena quattordici mesi dalle Politiche del 2022. Allora il centrodestra aveva stravinto, stavolta no. Ha perso. Per neanche 3mila voti, si dirà, ma comunque è andato sotto. Dati ufficiosi alla mano, tra l’altro, il suo candidato Paolo Truzzu ha ottenuto meno voti (3mila) delle nove liste che lo sostenevano. Anche questa non è una novità in assoluto. È già accaduto sia quando il centrodestra vinceva, nel 2019 con Christian Solinas, sia invece quand’è uscito malconcio, nel 2014, sconfitto da Francesco Pigliaru e dal centrosinistra. Forse, in quest’occasione, Truzzu e i suoi speravano che l’effetto traino della premier «forte e fiera», Giorgia Meloni, sovvertisse questa sorta di maledizione elettorale. Non è andata così. A resistere - va sottolineato - è stata anche un’altra consuetudine ancora tutta sarda. L’alternanza fra i due poli continuerà a essere una di quelle tante leggi non scritte, ma poi sempre confermata dai fatti. È stato così dopo il 2004, prima elezione diretta del presidente della Regione, e proseguirà fino al 2029, scadenza di una legislatura, la XVII, appena cominciata.
Aria bassa Il centrodestra pensava di vincere facile. È per questo – forse – che sin da sabato aveva annunciato: «Il nostro quartier generale sarà allestito al Regina Margherita», albergo cagliaritano a quattro stelle. Lo sfarzo non è servito e neanche ha portato bene. Nel salone delle feste, messa su da Fratelli d’Italia, la festa non è neanche cominciata. Sin dalla mattina, con i primi dati negativi, rilanciati più dai rappresentanti di lista che dal sito della Regione, mai l’atmosfera è stata quella in cui sperava la coalizione. Pochi sorrisi, scarso via vai di leader, a parte i deputati Salvatore Deidda e Barbara Polo, ma sul posto soprattutto per evitare che il pessimismo, gà palpabile a mezzogiorno, prendesse largo troppo presto. Per ore e ore, il rettangolo della sala stampa è stato popolato solo dai giornalisti e dalle postazioni televisive. Nel silenzio assoluto, pesante, persino imbarazzante, qui la giornata è andata avanti senza sussulti. Solo nel pomeriggio, c’è stato un primo accenno, materializzatosi insieme all’improvviso ottovolante: sorpassi, controsorpassi fino alla parità. Tanto da far dire al deputato Francesco Mura, sempre di Fdi: «La partita è ancora aperta». Però, subito dopo, qualcuno dell’entourage s’è lasciato sfuggire: «Stiamo recuperando, ma siamo ancora sotto». Di quattromila voti.
Alle 20 e qualcosa le speranze si sono affievolite, senza ammettere ancora la sconfitta, forse nella convinzione di un miracolo all’orizzonte. Nulla di questo è accaduto. Tradito dalle città, Cagliari in testa, ma anche Sassari, Nuoro e Quartu, Truzzu ha tenuto in periferia, nei Comuni medio piccoli, senza però mai staccare di netto l’avversaria neanche nei seggi a suo favore. Alle 22 e qualcosa il sipario è calato sul candidato governatore e gran parte del centrodestra, per la resa di conti fra i partiti bisognerà aspettare ancora qualche giorno. Sarà sanguinosa, fa sapere chi conosce quali saranno gli effetti collaterali di una sconfitta inaspettata e dolorosa.
La dichiarazione Quella di Paolo Truzzu, attesissima, non arriva. C’è invece quella di Gianni Lampis, deputato di Fratelli d'Italia, che in tarda serata nella sede del comitato elettorale del sindaco di Cagliari annuncia che lo spoglio non è ancora finito e che la partita si riaprirà in tribunale. In alcuni comuni, in particolare a Luras e Narcao, ci sono stati problemi nello scrutinio: «In alcuni Comuni – dice Lampis – il riconteggio delle schede si farà in Corte d’Appello».