Le associazioni di categoria ad Alessandra Todde: «Energia e trasporti le priorità per l’isola»
Maurizio De Pascale, Confindustria: «Subito il Dpcm e la regolamentazione delle rinnovabili». Paolo Manca, Federalberghi: «Una guida che coordini pubblico e privato». Confartigianato: «Meno burocrazia»
Sassari Infrastrutture moderne, norme più chiare e meno burocrazia, investimenti in tecnologia, digitalizzazione e formazione orientata al mondo del lavoro. Ma anche una spinta decisa verso l’approvazione del Dpcm energia e del cosiddetto “energy mix”. Sono alcune delle priorità che i responsabili regionali delle grandi associazioni di categoria indicano alla nuova presidente della Regione. Niente che Alessandra Todde non sappia già, dato che nelle scorse settimane questi temi sono già stati sottoposti all’attenzione di tutti e quattro i candidati alla poltrona di governatore della Sardegna.
Confindustria «Ci sono priorità ovvie, come le politiche su trasporti e continuità, che richiedono un tempo congruo. Allora – dice Maurizio De Pascale, presidente regionale di Confindustria – partiamo da alcune priorità facilmente raggiungibili: la firma del Dpcm energia, che attendeva di essere varato già con la giunta uscente. Se pensiamo che nella conferenza Stato-Regioni il responsabile dell’energia per le regioni è l’assessore all’industria della Sardegna, si può capire quanto questa mossa possa essere rapida. La nuova presidente ultimamente ha parlato di “energy mix” e questo ci fa molto piacere perché lo chiediamo da tempo, perché potrebbe far ripartire alcune grandi industrie, dando risposte ai temi di occupazione e salari».
C’è poi il tema delle rinnovabili. «È urgente individuare le aree idonee – dice De Pascale – e regolamentare le dinamiche, perché non è pensabile che alla Regione arrivi un numero infinito di richieste per fotovoltaico ed eolico. Bisogna fare ordine e dare comunque risposte a un settore che può dare molto all’isola, aggiungendo via via l’idrogeno e, più in là, il nucleare pulito. L’altro tema fondamentale è quello delle infrastrutture: da 2 anni il governo nazionale ha commissariato 10 grandi opere di collegamento, tra le quali solo il lotto Sassari-Alghero è partito con gara e aggiudicazione. Bisogna partire con urgenza con gli altri, dato che ci sono già progetti e finanziamenti, sfruttando i poteri commissariali affidati alla presidenza della regione. Siamo ancora troppo indietro con l’infrastrutturazione, come conferma anche l’Istat. E senza collegamenti rapidi, anche provvedimenti buoni, come il bonus per le aziende che si insediano nei comuni sotto i 5mila abitanti, deciso dalla giunta Solinas, diventano un flop se poi in quei territori non si riesce ad arrivare in tempi ragionevoli».
Federalberghi Il turismo come motore dell’isola, un moltiplicatore di investimenti da 5-6 volte il valore iniziale, che occupa soprattutto giovani e donne e incide di fasce della popolazione che necessitano di attenzione. Paolo Manca, presidente di Federalberghi, mette in cima alla lista “l’apertura delle porte di ingresso alla Sardegna. Serve una visione precisa dell’accessibilità turistica – dice –. C’è necessità di un coordinamento dei trasporti e una programmazione che prendano in considerazione oltre la priorità della continuità territoriale anche l’accessibilità turistica. Il secondo tema riguarda l’organizzazione del prodotto/destinazione: bisogna coordinare prodotto turistico e promozione a livello regionale. Serve un’agenzia, una joint venture pubblico-privato che gestisca il prodotto turismo e la sua promozione. Non lo possono fare gli imprenditori da soli, serve un ente sovraordinato che faccia da guida. Chiediamo anche una programmazione burocratica, una legge urbanistica chiara, in coordinamento con il piano dei litorali. Dobbiamo poter capire in maniera chiara quali saranno le scelte strategiche e quale indirizzo la regione vuole dare. Infine serve programmazione nei settori della formazione e del lavoro. Ci servono non lavoratori in senso stretto, ma “risorse di qualità”. Invece oggi nel disordine della programmazione regionale, le scuole e le università forniscono quasi esclusivamente lavoratori non formati in base alle esigenze delle aziende».
Confartigianato Sono 7 i punti cardine per lo sviluppo dell’Isola visto dai 34mila artigiani sardi e dai circa 100mila occupati, attraverso il “Manifesto” che Confartigianato Sardegna ha presentato ad Alessandra Todde. Sono trasporti e infrastrutture, credito e incentivi, energia, innovazione tecnologica e digitalizzazione, lavoro e formazione, crisi demografica e spopolamento, burocrazia e semplificazione amministrativa. «Dal potenziamento dei trasporti e delle infrastrutture al sostegno all'innovazione tecnologica, dalla promozione delle energie rinnovabili alla semplificazione amministrativa al contrasto allo spopolamento, ogni punto è studiato per sostenere e far crescere l'artigianato sardo e piccole e medie imprese – affermano Fabio Mereu e Daniele Serra, presidente e segretario di Confartigianato Imprese Sardegna –. Realtà dinamiche e, allo stesso tempo, fragili che hanno bisogno di “benzina” per crescere, svilupparsi e competere con il resto d’Italia e d’Europa per questo c’è bisogno che la Legge Regionale 949, quella degli artigiani sardi, diventi strutturale e torni a essere agile e rapida come in passato. Migliori connessioni, snellimento della burocrazia, Banda ultra larga, formazione e incentivi per i piccoli centri possono fare la differenza».