Il legale della diocesi di Ozieri, Ivano Iai: «È uno stillicidio, dimostreremo l’uso corretto delle risorse in favore dei bisognosi»
L’avvocato: «Ciò che maggiormente preoccupa è il circolo vizioso realizzatosi con la rogatoria che ha visto intersecarsi le procedure vaticana e italiana e che ha di fatto determinato una sistematica violazione dei diritti di alcuni tra gli indagati»
Roma La Diocesi di Ozieri sottoposta «a uno stillicidio senza precedenti» attraverso i suoi difensori '«potrà dimostrare l’uso corretto delle risorse, in particolare quelle ricevute dalla Cei, che grazie alla documentazione esistente, risulta essere stato trasparente e finalizzato esclusivamente a interventi solidali e di carità».
Lo sottolinea l’avvocato Ivano Iai in una nota all’indomani della chiusura dell’inchiesta sui fondi del Vaticano della Procura di Sassari che ha portato tra gli indagati Antonino Becciu, fratello del cardinale e il vescovo di Ozieri, Corrado Melis oltre ad altre sette persone. «Sorprende – dice il legale che difende tutti gli indagati – la tempistica della divulgazione, coincidente con altre notizie dei giorni scorsi su presunte attività di dossieraggio nei confronti del cardinale Angelo Becciu e con l’iniziativa, in programma il 14 marzo prossimo, che vedrà importanti giornalisti, intellettuali e giuristi commentare il processo a carico dell’alto prelato sardo conclusosi, in primo grado, lo scorso anno, presso il Tribunale vaticano».
«Ciò che maggiormente preoccupa – sostiene il legale – è il circolo vizioso realizzatosi con la rogatoria che ha visto intersecarsi le procedure vaticana e italiana e che ha di fatto determinato una sistematica violazione dei diritti di alcuni tra gli indagati nel procedimento, insistentemente, ma anche illegittimamente, citati dal Tribunale vaticano a rendere testimonianza, in quel processo, sugli stessi fatti oggetto dell’indagine sarda, senza il rispetto delle regole rogatoriali (lo Stato vaticano è un ordinamento distinto da quello italiano)eppure sanzionati poiché non presentatisi. Già solo tale profilo è idoneo a inficiare di inutilizzabilità nell’ordinamento italiano tutti gli atti relativi alle testimonianze acquisite davanti al Tribunale vaticano in quanto assunti in violazione delle nostre leggi processuali».
A detta di Iai «gli atti acquisiti dall’Autorità vaticana, ivi inclusa la sentenza di condanna del cardinale Angelo Becciu sono inutilizzabili alla stregua del nostro ordinamento, che non potrebbe mai acquisirli o delibarli giacché contrari ai principi costituzionali e della Convenzione europea dei diritti umani fondamentali firmata a Roma nel 1950, ratificata e resa esecutiva in Italia (nel cui ordinamento opera come norma interposta tra la Costituzione e le leggi ordinarie), ma mai neppure firmata, invece, dallo Stato della Città del Vaticano. Quest’ultimo – e i suoi ordinamenti sostanziale e processuale – sono tipici, infatti, degli Stati assoluti, retti da monarchi che non debbono rispondere ai principi democratici ma solo a sé stessi, tanto è vero che è consentito al Capo dello Stato di quel sistema politico di modificare, con propri rescritti, le norme procedurali disponendo che l’applicazione delle nuove operi anche con riferimento ai procedimenti in corso».
Nel merito, assicura il legale «le persone coinvolte, allo stato indagate, manifestano l'esigenza di chiarire la propria posizione e chiedono il più sollecito accertamento giudiziale dei fatti, certi dell’infondatezza assoluta delle accuse mosse dalla Procura. Nessuna distrazione di denaro è infatti mai avvenuta per scopi privati, tenuto conto che la Spes è una cooperativa onlus della quale la Caritas e la Diocesi di Ozieri si servono per perseguire gli scopi di solidarietà e carità in favore e supporto di singoli, famiglie e, in generale, persone della Diocesi, secondo criteri autonomi non sindacabili dall’Autorità italiana ma, eventualmente, dai soggetti latori dei finanziamenti che, nella specie, non solo non hanno mai rilevato anomalie di gestione, né contestato alcunché, ma hanno addirittura confermato, anno per anno, i contributi finora erogati».