La Nuova Sardegna

Dopo un anno di accertamenti

Chiusa l’inchiesta per corruzione su Christian Solinas: ci sono altri due indagati

Christian Solinas (Psd'Az)
Christian Solinas (Psd'Az)

Il caso, aperto nel 2023, è nato attorno alla compravendita di una proprietà dell’ex governatore e sulla nomina di Roberto Raimondi alla dg dell’autorità di gestione del programma Eni-Cbc

20 marzo 2024
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Cagliari La procura di Cagliari ha chiuso l’inchiesta, aperta nel 2023, sulla compravendita di una proprietà dell’ex governatore Christian Solinas e sulla nomina di Roberto Raimondi alla direzione generale dell’autorità di gestione del programma Eni-Cbc bacino del Mediterraneo.

Sette gli indagati con le ipotesi di reato di concorso in corruzione, falso e turbativa d’asta, ai quali se ne sono aggiunti altri due: Aldo Cadau, commissionario della Zes Sardegna, e la moglie di Roberto Raimondi, Melissa Mencarelli. L’ipotesi di reato è di turbativa d’asta. Secondo la procura, Cadau, accordandosi con i coniugi Raimondi, avrebbe aiutato e favorito la donna ad ottenere un incarico professionale di alto livello all’interno della stessa Zes.

Nel gennaio scorso, a pochi giorni dalla presentazione dei candidati alle regionali del 25 febbraio, la guardia di finanza aveva eseguito un sequestro cautelare di beni e immobili per un valore di circa 350mila euro nei confronti di Solinas e delle altre persone coinvolte nelle indagini. Ora per gli indagati si profila la richiesta di rinvio a giudizio. Nel primo filone dell’inchiesta con l’ex presidente della Regione sono indagati l’imprenditore Roberto Zedda e il consigliere regionale Nanni Lancioni (Psd’Az).

L’indagine riguarda la compravendita da parte di Zedda di una proprietà di Solinas a Capoterra e poi il successivo acquisto di una casa da parte di Solinas vicino al Poetto di Cagliari. Per gli inquirenti, Zedda avrebbe ottenuto in cambio una fornitura di termoscanner e la prosecuzione della fornitura di software e hardware nell’ambito del project financing di Nuoro. L’immobile in questione avrebbe avuto un valore di 72mila euro, ma il prezzo finale promesso sarebbe stato di 550mila, dei quali versati 375mila. Per gli inquirenti, la differenza di 303mila euro sarebbe una tangente.

Il secondo filone è invece incentrato su presunte pressioni per la nomina di Raimondi al vertice dell’Enpi legata, secondo l’ipotesi della procura, alla promessa di una laurea ad honorem di un’università albanese per Solinas, che avrebbe incassato anche alcune docenze. Sono sotto accusa anche l’allora consulente di Solinas, Christian Stevelli, il rettore dell’università di Tirana Arben Gjata e il direttore generale della E-Campus Alfonso Lovito. I due nuovi indagati rientrano in un terzo filone d’indagine.

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