I veterinari sul campo contro la peste suina dimenticati dalla Regione
Sono 29 i professionisti ancora part-time dopo il lavoro di eradicazione dei focolai. Nel frattempo sono stati assunti nuovi dirigenti
Sassari Rispetto al resto del comparto sanitario sono una manciata: ventinove. Eppure, i medici specialisti veterinari incastrati in questa secca politico-burocratica rappresentano il segreto di successi come quello dell’eradicazione della peste suina. Per loro, però, nessuna medaglia. Anzi. Negli ultimi 15 anni hanno raccolto tante promesse, tutte mancate. Sono assunti a tempo indeterminato ma con orari da part-time e dal 2009 chiedono l’applicazione delle norme per raggiungere il full time. Il risultato? La Regione non ha mosso un dito e ha preferito assumere nuovi dirigenti veterinari. Non è la prima volta che questi specialisti protestano, l’ultimo grido d’aiuto in ordine di tempo lo hanno lanciato scrivendo al loro ordine professionale: «Questa vertenza è ormai datata nel tempo – spiega il presidente dell’Ordine dei veterinari di Sassari, Andrea Sarria –. I medici stanno rivendicando il riconoscimento del loro lavoro. Stiamo parlando di professionisti impiegati nell’eradicazione delle malattie e sui controlli degli allevamenti. Un successo tra tutti è quello della peste suina che, se non c’è più, è per merito loro. Sono colleghi che hanno molta esperienza, che conoscono i territori, gli allevamenti e gli allevatori. Sono un punto di riferimento nelle campagne sarde. Nonostante questo, anche davanti ai risultati, il loro lavoro non è stato ancora riconosciuto. Questa è un’ingiustizia che non può continuare».
La situazione dei 29 medici sardi è uguale a quella registrata in altre parti d’Italia. In Campania e Sicilia la situazione degli specialisti è stata risolta con un percorso condiviso con sindacati e servizi veterinari. In Sardegna, invece, niente da fare. E infatti, nella lettera inviata al presidente dell’ordine, gli specialisti sardi lamentano che i servizi sanitari e la Regione hanno sempre preferito gestire le emergenze sul territorio attivando contratti per dirigenti veterinari a tempo determinato, oppure con concorsi o stabilizzazioni. Nel frattempo nessuno si è preoccupato di “completare” il loro monte orario, anche se previsto da una norma nazionale, la 26/2006. Questa situazione ha lasciato la categoria in un part-time perpetuo. E poco importa se gli obbiettivi sanitari regionali sono stati raggiunti anche grazie a questo manipolo di professionisti. Per loro non c’è alcuna tutela. In questo momento, tra i ventinove ci sono dieci specialisti a 18 ore; altri nove a 23 ore, uno a 27 ore, sei a 20 ore e due a 36 ore. Dunque, oltre ad aver uno stipendio commisurato alle ore lavorate, avranno anche una pensione tarata su quel carico orario, e quindi molto risicata.