Sanità, la proposta di Armando Bartolazzi: «Stop alla divisione tra specialisti e medici di famiglia»
La Sardegna dovrebbe diventare una sorta di zona franca rispetto a quanto oggi è vietato sulla terraferma
Cagliari L’assessore alla sanità Armando Bartolazzi l’ha detto di getto, all’inizio del vertice con i sindacati dei medici di famiglia: «Non sono qui per mettere cerotti. La mia missione è un’altra: risolvere i problemi con interventi strutturali. Vi faccio subito un proposta...». Dunque, stando a quanto ha cominciato a fare, dichiarare e scrivere, in questo primo mese e mezzo, Bartolazzi pare non voler deludere le aspettative di quel consigliere regionale, Antonello Peru della minoranza, che così, con sfacciataggine, lo aveva accolto il giorno dell’insediamento: «Allora, saresti tu la mano de Dios, il fenomeno, della sanità».
Parallelismi a parte, al vertice con i sindacati dei medici di medicina generale – Fimmg, Snami, Smi, Fmt e Cisl – l’assessore ha stretto all’osso le presentazioni, per esordire: «Siamo in emergenza. I posti vacanti sono 550-600, oltre un terzo dei sardi è senza assistenza nei territori e la situazione peggiorerà col passare degli anni. Come possiamo intervenire? Oggi più che mai, dobbiamo rendere attrattiva la Sardegna ai giovani medici, 30-35 anni, di medicina generale che svolgano la professione in altre regioni». Chi era seduto dall’altra parte della scrivania, ha ascoltato quella che è una proposta operativa ma di fatto anche una scorciatoia.
La proposta Visto che oggi in Italia (unica Nazione europea) le carriere dei medici di famiglia sono separate da quelle dei medici specialisti, «come Regione Statuto speciale – ha detto Bartolazzi – potremmo proporre proprio a chi è già medico di famiglia di prendere servizio nei nostri Comuni, garantendogli in cambio l’iscrizione alle Scuole di specializzazione, ad esempio in cardiologia, a cui invece non possono accedere proprio a causa di quella barriera (la separazione delle carriere, appunto) imposta dalla legge nazionale se non dimettendosi dall’incarico che svolgono». Raccontata in questo modo sembra essere un’ipotesi abbastanza complicata, mentre in parole più spicce potrebbe essere spiegata così. Nei fatti, secondo l’assessore, la Sardegna dovrebbe diventare una sorta di zona franca rispetto a quanto oggi è vietato sulla terraferma. Perché, ancora a detta di Bartolazzi, proprio grazie a questo bando-scorciatoia, il medico di famiglia già in servizio non sarebbe più costretto a dimettersi per iscriversi a una delle Scuole di specializzazione in medicina aperte a Sassari o a Cagliari.
«Nel frattempo – ha aggiunto – sarebbero proprio questi medici a coprire per quattro o cinque anni, cioè quanto durano le Scuole di specializzazione, un bel po’ dei nostri ambulatori vacanti». L’assessore, però, poi non ha saputo stimare quanti giovani potrebbero essere attratti dal bonus Sardegna. «È difficile ipotizzare un numero – ha detto – ma non credo comunque che sarebbero pochi, perché oggi un bel po’ i medici di medicina vorrebbero specializzarsi ma non possono farlo proprio a causa di quell’incompatibilità imposta dalla legge nazionale». Tra l’altro, sempre stando alla proposta Bartolazzi, i neo iscritti alle Scuole continuerebbero a essere convenzionati con il Sistema sanitario nazionale, ma in Sardegna, e senza quindi dover rinunciare a quanto già percepiscono secondo il numero di pazienti assistiti. Mentre, in caso di dimissioni dal Servizio sanitario per iscriversi alle Scuole, dovrebbero accontentarsi dei 1.500-1.800 euro che spettano in genere agli specializzandi.
I dubbi Detto che il tutto sarebbe una sperimentazione, Bartolazzi ha aggiunti: «So bene che se un domani questa mia proposta fosse approvata dal Consiglio regionale, potrebbe essere anche impugnata dal Governo, ma siamo una Regione Autonoma e a quel punto, in ogni sede, faremo valere la nostra specificità».
Per concludere: «Prima di far partire l’esperimento, comunque dovrò confrontarmi con i Comuni e le Università. Devo trovare un accordo anche con loro. Voi medici cosa ne pensate?». I rappresentanti dei vari sindacati hanno definita la proposta da molto interessante ad abbastanza interessante, ma nell’attesa di leggerne la bozza, hanno lanciato un appello: «La Regione ci liberi dalla burocrazia, ci sta affossando». L’assessore ha replicato: «Dobbiamo rivederci presto, ho un altro bel po’ d’incentivi da proporvi». (u.a.)