La Nuova Sardegna

Il caso

A Tuili la scuola è in ostaggio: bambini a lezione con i pipistrelli

di Luciano Onnis
A Tuili la scuola è in ostaggio: bambini a lezione con i pipistrelli

Alunni segregati nelle aule: gli animalisti si oppongono alla disinfestazione

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Tuili La scuola elementare e materna del paese è in ostaggio dei pipistrelli, con scolari e personale scolastico costretti a rimanere segregati nelle aule senza poter aprire le finestre neppure per un solo istante di ricambio d’aria. Guai a farlo perché la puzza degli escrementi che ricoprono i davanzali, l’urina di cui sono impregnati gli infissi in legno e qualche chirottero morto nei rifugi ricavati nei cassonetti degli avvolgibili, impongono di tenere tutto sprangato.

Una situazione che va avanti da diversi mesi, ma adesso che arriva il caldo tende a diventare insopportabile. Ma, al momento, anche irrisolvibile. Il perché è presto detto. I pipistrelli sono specie animale protetta da leggi e normative a livello regionale, nazionale e comunitario, sono a rischio estinzione e per questo tutelati da qualunque azione soppressiva o anche limitativa. D’altra parte - come fanno notare a scuola –, ci sono però seri problemi di convivenza con l’uomo e il diritto a usufruire di un ambiente consono alle migliori condizioni di vita possibili, tanto più se si tratta di luoghi pubblici e istituzionali come appunto una scuola. Dire che è in atto una guerra fra le parti è sicuramente troppo, ma lo scontro fra la dirigenza scolastica e amministrazione comunale da una parte e dall’altra il CePiSar (Centro pipistrelli Sardegna), è nei fatti. I primi due devono obbligatoriamente garantire il diritto allo studio per scolari delle elementari e della materna del paese, in ambienti ideali sotto l’aspetto della sicurezza e della salute, mentre l’associazione animalista tende a impedire ogni rimedio che possa nuocere ai chirotteri tutelati. Fra le due correnti di pensiero balla una eventuale denuncia penale che dirigenza scolastica e amministrazione comunale non vogliono vedersi arrivare. Il Comune aveva già avviato un intervento di risanamento assegnato a una ditta specializzata, ma a seguito dell’intervento del CePiSar con una nota di diffida, il sindaco Andrea Locci ha bloccato la sanificazione, spiegando che tiene alla salute della sua comunità e soprattutto dei bambini e che non capisce se vengano prima i pipistrelli o gli scolaretti.

A dir poco sconcertato è il dirigente scolastico Roberto Scema. «Una situazione paradossale – dice – si è creato un corto circuito. Scolari e personale hanno diritto a un ambiente salubre. Sappiamo benissimo che i chirotteri sono una specie protetta e vanno salvaguardati. Ma qui la situazione è incandescente, sono in continuo contatto con le rappresentanti di classe e le mamme non vogliono più mandare a scuola i loro bambini. Dai funzionari regionali mi è stato detto che le lezioni devono andare avanti e che l’anno scolastico deve essere portato a compimento. Stiamo effettuando ogni giorno pulizie e disinfestazioni radicali, ma non poter aprire per un solo attimo le finestre è davvero insostenibile. Stiamo facendo i pompieri per stemperare gli animi, con la speranza che si trovi una soluzione e che nelle vacanze estive si effettui un intervento che metta d’accordo tutti». Molto critico anche il sindacato. «Siamo per la tutela degli animali, pipistrelli compresi – sostiene Gianni Spiga della Flc Cgil provinciale -, ma non devono pagarne le conseguenze bambini e lavoratori. C’è un errore di fondo: al posto delle tapparelle andavano messe reti, i pipistrelli non sarebbero entrati nei cassonetti». 

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