Spari al consorzio di Siniscola, Giovanni Bomboi davanti al giudice
È accusato di tentato omicidio
Siniscola È prevista per questa mattina alle 9, l’udienza di convalida nel carcere di Badu ’e Carros per Giovanni Bomboi. Il consigliere comunale di Siniscola, nonché allevatore nella piana tra La Caletta e Posada, dovrà rispondere all’accusa di tentato omicidio. Assistito dall’avvocato Francesco Carboni, il 42enne ha già risposto a tutte le domande che gli ha posto il pm Ireno Satta. Lunedì scorso, Bomboi si era reso protagonista di un grave episodio nelle campagne del centro baroniese. Esasperato per le restrizioni idriche dopo che gli operai di Abbanoa gli avevano contestato l’utilizzo dell’acqua in azienda, l’uomo è andato in escandescenze e ha esploso alcuni colpi di pistola contro i mezzi del Consorzio di bonifica della Sardegna centrale. In un primo momento, realizzata la gravità del gesto, il consigliere comunale si è allontanato facendo perdere le proprie tracce e rendendosi irreperibile. Ma a tarda sera, accompagnato dal proprio avvocato, ha deciso di assumersi le sue responsabilità e di costituirsi agli agenti della questura di Nuoro, nel palazzo di viale Europa. «Bomboi si è messo a completa disposizione del magistrato ed ha risposto a tutte le domande – ha sottolineato il legale –, nella giornata di domenica aveva avuto un richiamo degli operai del consorzio di bonifica per un idrante trovato aperto nella sua azienda». «Il mio cliente – ha già spiegato l’avvocato Carboni – ha agito d’impeto dopo un periodo in cui ha subito parecchie vicissitudini aziendali. Prima un furto di bestiame poi un incendio che ha devastato un fienile. Negli ultimi giorni si sono aggiunte le preoccupazioni legate alla chiusura della rete di irrigazione a causa dell’ordinanza del Consorzio di bonifica». «Bomboi ha trovato l’erogatore con i sigilli apposti – è sempre Carboni che parla –, ha chiesto spiegazioni e gli è stato detto che c’era l’acqua che stava uscendo. Ha chiesto di togliere i sigilli perché non stava irrigando illegalmente, perché la manopola di erogazione può essere aperta tranquillamente sia da altre persone oppure dagli stessi animali». (sergio secci)