Budoni La necessità fa l’uomo rabdomante e allora a Lu Linnalvu si comincia a scavare. Con le ruspe si cerca l’acqua per dissetare campi, aziende, seconde case e villaggi turistici, si riattivano vecchi pozzi degli anni Sessanta e Settanta, anche in terreni di proprietà privata. Pozzi sino a ieri in disuso. Pala e piccone in mano, si cerca una via d’uscita all’emergenza idrica che mette a repentaglio la stagione turistica, ma anche la vita e il lavoro nelle aziende. Tutto questo il sindaco di Budoni Antonio Addis insieme alla giunta comunale ieri mattina l’hanno raccontato ai massimi responsabili di Egas e Abbanoa. Un super vertice da gabinetto di guerra convocato in municipio per fare il punto della situazione di crisi che sta lasciando a secco soprattutto la Baronia e la bassa Gallura. All’incontro erano presenti il presidente dell'Egas Fabio Albieri e il direttore generale Maurizio Meloni, il direttore generale di Abbanoa Stefano Sebastio più un nutrito staff di tecnici e dirigenti. Un incontro operativo, dunque, utile a cambiare passo verso una soluzione almeno provvisoria dell’emergenza idrica. Sul tavolo Antonio Addis, ha messo giù il carico pesante dei tanti problemi da affrontare ma anche e soprattutto le possibili soluzioni, a cominciare dalla ricerca delle fonti alternative come i vecchi pozzi da riattivare. Una soluzione che piace a Egas e ad Abbanoa, pronte a garantire il supporto necessario visto che si tratterà di realizzare in fretta una piccola condotta idrica volante per portare l’acqua dei pozzi al potabilizzatore di Budoni. Secondo il sindaco Addis «il problema più grave è legato alle perdite della rete idrica, derivanti dal fatto che, a Budoni, soltanto il 25% delle condotte è in regola».
Inoltre, per ovviare alla carenza d’acqua proveniente dalla diga Maccheronis il sindaco ha evidenziato come «il Comune di Budoni abbia già adottato provvedimenti importanti, legati alla disponibilità di alcuni pozzi esistenti a Lu Linnalvu , risalenti agli anni Sessanta e Settanta. Questo consentirà di aumentare i volumi di acqua destinati al potabilizzatore di Budoni con la costruzione di una rete di circa un chilometro e mezzo».
«La condotta – ha specificato Antonio Addis – avrà una portata di circa 10 metri cubi al secondo e sarà interamente realizzata su strade comunali, senza alcun impatto sull’ambiente e sul paesaggio». Sia Egas che Abbanoa hanno condiviso la proposta avanzata dal Comune di Budoni, evidenziando ancora una volta come, al momento, le fonti alternative rappresentino l’unica soluzione alla perdurante crisi idrica. Non solo, al termine dell’incontro il sindaco, la giunta e i dirigenti e tecnici di Egas e Abbanoa si sono recati a Lu Linnalvu , per verificare lo stato dei lavori e la consistenza dei vecchi pozzi, che sono stati messi a disposizione anche da privati cittadini.
Il momento di confronto con i vertici di Egas e Abbanoa si è poi allargato al problema legato al sistema antincendio, indotto dall’emergenza idrica. Anche in questo caso il sindaco Addis ha messo sul tavolo una possibile soluzione legata a tre postazioni antincendio che si trovan nel Comune di Budoni. Una a Porto Ottiolu e le alte due a Budoni centro. In particolare, una in un’area di emergenza sulla foce del Rio Budoni e l’altra derivante invece da una raccolta d’acqua attraverso una antica vena.