Futuro delle concessioni a rischio, inizia la rivolta dei balneari
Claudia Comida, presidente della sezione sarda del Sib: «Non si sottovaluti la forza di chi difende il proprio lavoro»
Sassari Da Porto Pino a Trinità d’Agultu, da Villasimius a Bosa. Sono migliaia, in tutta Italia, gli operatori del settore balneare che si sono uniti nel primo giorno della protesta organizzata da Sib – Confcommercio e Fiba - Confesercenti contro il governo, colpevole di non aver fatto chiarezza sul futuro lavorativo dei balneari. La prima mossa è stata affiggere all’ingresso delle attività turistiche un manifesto che spiega la situazione e che evidenzia la data del 2 giugno, festa della Repubblica ma anche l’inizio della mobilitazione del mondo delle spiagge che combatte la direttiva Bolkestein ma anche l’estrema incertezza dettata dal rinnovo delle concessioni deciso da alcuni comuni ma finito al centro di un indagine dell’Autorità garante della concorrenza.
La protesta «Purtroppo il governo non ha ancora emanato alcun provvedimento legislativo chiarificatore che salvaguardi la balneazione attrezzata italiana e superi lo stato di caos amministrativo – scrivono gli organizzatori nella nota diffusa ieri –. Abbiamo ancora una volta inutilmente sperato e aspettato. Il 2 giugno, con l’inizio di fatto della prossima stagione estiva, è iniziata anche la nostra “campagna estiva” di mobilitazione. Una “campagna” che comprenderà un’articolata piattaforma di iniziative sindacali: nessuna esclusa. Fondamentale e preliminare è un’attività capillare di comunicazione e di corretta informazione sul nostro lavoro e sul nostro ruolo, diretta alle decine di milioni di utenti italiani e stranieri che frequenteranno le nostre aziende. Il nostro interlocutore dovrà essere anche e principalmente il cittadino-cliente dei nostri stabilimenti balneari. Iniziamo con una locandina/manifesto da utilizzare nelle nostre aziende e da diffondere anche on line nei nostri profili Facebook, ma è solo l'inizio. Ci auguriamo che quanto prima il Governo e il Parlamento facciano il loro dovere nei confronti di decine di migliaia di famiglie di onesti lavoratori che rischiano di perdere il lavoro e il frutto del loro lavoro». L’ultimo passaggio è dedicato alla richieste: «Legge “Meloni” subito, il resto sono solo vuote chiacchiere o artifici propagandistici».
La spiagge sarde Il caos delle spiagge non poteva risparmiare l’isola: «Migliaia di balneari italiani hanno festeggiato così il 2 Giugno – spiega Claudia Comida, presidente della sezione sarda del Sib –. In ogni località di mare. Nord, sud ed isole. Siamo solo all'inizio di una mobilitazione che avrà un crescendo. La stagione balneare 2024 resterà nella storia di questo Paese perché non bisogna mai sottovalutare la forza e la determinazione di chi difende il lavoro e il frutto del proprio lavoro. Sono profondamente orgogliosa per la risposta sarda e grata ai tutti i colleghi per aver reagito con la giusta motivazione: compatti, grintosi e rispettosi della festa della Repubblica nella quale vogliamo continuare a credere conservandone la massima fiducia». Una richiesta, quella dei balneari, che poco meno di un mese fa aveva ricevuto anche il placet della Regione, con l’assessore al Turismo, Franco Cuccureddu, che si augurava un intervento legislativo nazionale in grado di fare chiarezza, e con l’assessore regionale all’Urbanistica, Francesco Spanedda, che all’inizio di maggio aveva convocato in Regione i rappresentanti sindacali dei balneari in modo da trovare una soluzione «rapida e condivisa». Ora i balneari hanno rotto gli indugi e annunciano «un’estate calda», non solo per il meteo.