Via al piano nazionale contro le liste d’attesa, esami e visite anche nei weekend
Tagli alla percentuale di tassazione degli straordinari per gli operatori sanitari. Più soldi per chi ha specializzazioni “rare”. In vigore da subito: tutte le novità
Roma Un organismo di controllo per verificare che le Regioni e le Asl mettano a punto il piano per tagliare radicalmente le liste d’attesa, un Cup unico pubblico e privato per prenotare visite ed esami diagnostici ma anche una serie di provvedimenti economici per lasciare un po’ più di mano libera alle Regioni per trovare gli specialisti che mancano (pagandoli di più), ridurre la tassazione al 15% per gli straordinari, assumere personale sanitario e prenotare le visite anche nei giorni di sabato e domenica. Il consiglio dei ministri ieri ha approvato un decreto legge contro le liste d’attesa e un disegno legge con una serie di punti per migliorare la situazione della sanità pubblica.
Due i provvedimenti chiave, a partire dal decreto che, chiarisce il ministro Orazio Schillaci durante una conferenza stampa seguita all’approvazione, che prevede “misure urgenti” per sbrogliare la matassa di tempi quasi biblici per esami e visite specialistiche.
Il primo è un decreto legge composto da 7 articoli che prevede l’istituzione presso Agenas della piattaforma nazionale per le liste d’attesa con il compito di monitorare e fare una fotografia del fenomeno. Si tratta, spiega il ministro «di un provvedimento fondamentale perché finora non esiste in realtà un monitoraggio dei tempi delle liste d’attesa per prestazione e per regione. Se si vuole davvero intervenire bisogna avere i dati e conoscere la situazione».
Dai numeri si passa alla creazione di un Cup «unico regionale o infraregionale con tutte le prestazioni disponibili del pubblico e del privato convenzionato».
«I privati – ha commentato il ministro – dovranno mettere in comune le loro agende in modo che i cittadini possano avere la risposta più veloce e più consona».
I tempi dovranno essere rapidi: se il cittadino non riceve la prestazione urgente all’interno delle 72 ore previste «si potrà rivolgere intramoenia o al privato accreditato, tutto a carico del Servizio sanitario nazionale», ha spiegato ancora il ministro. Il decreto legge prevede anche un potenziamento dell’offerta assistenziale con l’articolo 4 che indica «visite ed esami diagnostici anche il sabato e la domenica, prolungando la fascia oraria». Per i professionisti ci sarà poi la fiscalizzazione per le ore in più dedicate allo smaltimento delle liste e per gli specialisti fino a 100 euro all’ora. Passaggio chiave per la gestione dell’abbattimento delle liste è poi il tetto di spesa per il personale sanitario. «Per il 2024 il tetto di spesa per il personale sanitario passerà, per le regioni che ne facciano richiesta, dal 10 al 15%, mentre a partire dal primo gennaio 2025 aboliremo il tetto di spesa», annuncia Schillaci spiegando che il nuovo «metodo di calcolo parlerà di fabbisogni». A chi farà bene sarà inoltre aumentato lo stipendio perché “premi” saranno previsti per le Regioni “virtuose” e per i dirigenti che riusciranno a dare risposte ai cittadini. E per smentire le tensioni con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, Schillaci ha sottolineato «c’è sempre stato un clima di grande collaborazione. È chiaro che io faccio le richieste per il ministero della Salute e Giorgetti deve tenere a posto i conti pubblici. C’è grande rispetto, alla fine abbiamo portato a casa quello che ci eravamo prefissi».