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Dal selfie col cinghiale ai falò non autorizzati, l’isola dei turisti cafoni

di Serena Lullia
Dal selfie col cinghiale ai falò non autorizzati, l’isola dei turisti cafoni

Madeddu, corpo forestale: «In aumento le violazioni, in estate un’impennata di furti di sabbia e conchiglie»

13 giugno 2024
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Sassari Il selfie con il cinghiale, mentre gli si dà da mangiare o si cerca di abbracciarlo, entra di diritto nelle follie da spiaggia degli ultimi anni. Lo sanno bene gli uomini e le donne del Corpo forestale, preziose sentinelle del territorio dalla costa alla montagna, che durante la stagione estiva vedono lievitare la lunga lista di impegni per il controllo del territorio. Il selfie non è un reato, ma nutrire i cinghiali o disturbare gli animali selvatici che nidificano sì. «Purtroppo negli ultimi anni è cresciuta la tendenza a dare da mangiare ai cinghiali, che in cerca di cibo e acqua, si addentrano sempre più in contesti costieri – spiega Fabrizio Madeddu, commissario capo del servizio investigativo dell’ispettorato di Cagliari del Corpo forestale –. Consigliamo sempre di non dare loro da mangiare perché questo atteggiamento viene interpretato come un invito al cibo facile, cosa che li spinge a diventare meno aggressivi e essere meno diffidenti. Restano però comunque animali selvatici, che come tali, sono imprevedibili. Ad esempio se vengono rincorsi per fare un selfie, cosa che spesso succede, il cinghiale potrebbe percepire l’inseguimento come una aggressione e sentendosi in pericolo potrebbe diventare aggressivo».

Ma non ci sono solo i cinghiali nell’elenco degli animali “molestati” da bagnanti o escursionisti poco sensibili. Molte sanzioni del Corpo forestale riguardano il disturbo della fauna selvatica in ambito di nidificazione, tra cui le tartarughe caretta caretta. «Ci sono delle specie che in particolare in questo periodo, nidificano – spiega il commissario Madeddu –. Interveniamo frequentemente perché ci sono persone che, invece di dotarsi dell’attrezzatura adeguata per fotografare da lontano, utilizzano gli smartphone e quindi tendono ad avvicinarsi, spaventando gli animali. Con la conseguenza, purtroppo già accaduta, che i nidi vengono abbandonati». Per il Corpo forestale, che in Sardegna conta su 10 basi navali e 82 stazioni forestali distribuite capillarmente in tutto il territorio, da nord a sud, l’estate diventa sempre più calda sotto il profilo del controllo. Prima di tutto perché in cima alle attività che porta avanti c’è la vigilanza costante sul fronte degli incendi. Tra le violazioni maggiormente commesse l’accensione di fuochi non autorizzati, in spiaggia come in pineta, l’abbruciamento di sterpaglie nei terreni privati, l’utilizzo di strumenti che potenzialmente potrebbero innescare dei roghi.

«Nel periodo di ferragosto, quando sappiamo che diventano frequenti le spiaggiate, intensifichiamo i controlli anche con servizi notturni per scoraggiare questa attività. Che genera un danno all’arenile, ma anche agli alberi di ginepro che spesso vengono tagliati, deturpando in maniera permanente l’ambiente». Tra le sanzioni sotto il sole del Corpo forestale che subiscono una impennata nei mesi estivi ci sono quelle dei furti di sabbia e conchiglie. «Interveniamo con controllo mirati, in sinergia con Agenzia delle dogane, polizia di frontiera e guardia di finanza in porti e aeroporti ma anche in spiaggia in base alle segnalazioni – precisa il commissario Madeddu -. La sanzione amministrativa è di 1000 euro. E purtroppo i casi sono sempre più in aumento». È diventato un reato per tutte le stagioni, con una impennata nei mesi estivi, l’abbandono dei rifiuti. «Anche in questo caso interveniamo dove c’è maggiore frequentazione umana. Posso dire che il frequentatore della spiaggia tendenzialmente è meno attento all’ambiente e più portato a non rispettare le leggi, in particolare i giovanissimi – conclude il commissario –. L’escursionista di montagna ha invece una cultura ambientale e una sensibilità più marcata».

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