La Nuova Sardegna

L’intervista

La maturità di Mario Segni: «Un periodo molto felice»

di Andrea Sini
La maturità di Mario Segni: «Un periodo molto felice»

Il ricordo del leader referendario

18 giugno 2024
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Sassari «Impegnativi, ma sereni e tutto sommato divertenti. Ricordo con grande affetto gli esami di maturità e tutto quel periodo». Mario Segni, 85 anni, giurista, docente universitario e più volte deputato, in questi giorni del 1958 era solo uno dei tanti studenti “in vista” che si preparavano ad affrontare l’esame di maturità in uno dei licei più prestigiosi dell’intero Paese.

Lui, però, figlio di un ministro nonché prossimo presidente della Repubblica, forse era un po’ più in vista degli altri. Ma al Liceo classico Azuni di Sassari, più che il curriculum da “figlio di”, allora si pesava il profitto scolastico. «Io a scuola ero abbastanza bravo – riconosce Mario Segni, figlio di Antonio – ma debbo riconoscere che in quell’istituto gli studenti bravi erano tanti. Io ero nella sezione A, tutta maschile, che era considerata la migliore in assoluto, insieme alla B, che invece era interamente femminile. Poi c’erano le classi miste, che erano state introdotte in quegli anni».

Com’erano gli esami di maturità? «La generazione che era passata prima di noi aveva sofferto l’incubo del precedente format degli esami, che prevedevano che ogni studente dovesse portare come programma tutto il programma dei tre anni di liceo. Per fortuna non fu così e affrontammo l’appuntamento con grande serenità, se vogliamo anche con una certa impazienza. Nella mia commissione c’era un insegnante di filosofia che era una vera e propria istituzione, il professor Dessanay, che insegnava a Cagliari». All’epoca i gruppi di studio non esistevano, e neppure le “adunate” della proverbiale notte prima degli esami. «Capitava di studiare insieme al compagno di banco o a qualcuno con il quale si era instaurato un rapporto particolare, ma in generale ognuno di noi arrivava all’appuntamento con il bagaglio di quanto aveva fatto e appreso durante tutto l’anno e durante gli anni precedenti. Per questo l’esame veniva considerata una cosa impegnativa ma da affrontare con grande serenità. Era il culmine di un percorso molto bello e intenso, che poi sarebbe proseguito all’università con molti compagni».

«Ho avuto la fortuna di studiare in un grande liceo – conclude Segni –, dove oltre a curare la preparazione ho avuto l’opportunità di stringere legami che sono rimasti forti e soldi negli anni. Quando penso agli esami di maturità, penso a un periodo davvero felice».

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