La Nuova Sardegna

Istruzione/Strategie

Pochi diplomati e alta dispersione: in Sardegna sos zone interne

di Silvia Sanna
Pochi diplomati e alta dispersione: in Sardegna sos zone interne

Isola indietro rispetto ai dati nazionali. Camilla Soru, Pd: al lavoro su formazione, trasporti ed edilizia

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Sassari L’ultimo numero è solo uno dei tanti che raccontano una scuola che arranca. Record nazionale di non ammessi all’esame di maturità (il 7,4%), dispersione media intorno al 18% con punte sino al 50% in alcune aree dell’isola, quasi 1 comune su 4 che negli ultimi dieci anni non ha festeggiato un neo diplomato. E poi il dato principale: solo il 42% dei sardi ha un diploma, 8 punti in meno rispetto alla media nazionale. La fotografia è quella di un sistema istruzione molto fragile e condizionato da vari fattori ma con una costante: più si è lontani dalle città più si soffre, principalmente perché i trasporti non funzionano. E se la scuola è lontana, difficilmente raggiungibile se non dopo un lungo viaggio iniziato all’alba, allora è facile che la voglia di frequentare passi anche ai ragazzi più motivati. «Mettiamoci nei panni di uno studente che ogni giorno deve svegliarsi all’alba per andare a scuola, con la prospettiva di fare rientro a casa nel tardo pomeriggio. Dove va a finire la sua vita sociale extrascolastica, come farà a coltivare le sue passioni, per esempio praticare attività sportiva se quando è a casa deve studiare? È chiaro che in una situazione simile l’entusiasmo può venire meno». A dirlo è Camilla Soru, Pd, presidente della Commissione Cultura: nel parlamentino sono iniziate le audizioni con gli attori del mondo della scuola, con l’obiettivo finale di predisporre una legge quadro regionale sull’istruzione.

Non solo istruzione «All’origine della sofferenza della scuola nell’isola ci sono vari fattori – spiega Camilla Soru –. Per questo è importante ascoltare tutti e coinvolgere nel grande lavoro che dovremo fare varie competenze e assessorati». Non soltanto quello specifico dell’Istruzione «ma anche i Lavori pubblici, perché una scuola fatiscente non è attrattiva per i ragazzi, uno stabile che cade a pezzi o privo di laboratori, di spazi verdi e di aree relax non è un luogo accogliente e inclusivo. Così come non lo è la scuola lontana da casa che si raggiunge dopo una levataccia e un viaggio interminabile in autobus. Per questo l’assessorato ai Trasporti ha un ruolo di primo piano nell’esame delle criticità da affrontare. È fondamentale avviare un lavoro interassessoriale e multidisciplinare – continua Camilla Soru – per eliminare le disparità tra i territori e garantire un servizio scuola di qualità e accessibile per tutti i nostri ragazzi. Numeri e percentuali ci raccontano che a seconda di dove vivi hai più o meno opportunità e comodità e dunque facilità nel seguire il percorso di studi e portarlo a termine. Una grave ingiustizia».

Pochi diplomati La percentuale record di non ammessi all’esame di maturità è direttamente proporzionale alla bassa percentuale di diplomati nell’isola: solo il 42% a fronte del 50 di media nazionale. Ma anche in questo caso il dato varia da zona a zona: più alto nel Cagliaritano (52), più basso a Nuoro e Oristano (40), il Sassarese che sta a metà ma comunque indietro. Differenze da cui partire, disparità da eliminare.

I confronti La prima audizione in commissione ha coinvolto i sindacati della scuola, con i rappresentatnti di Anp, Cisl e Uil, Anquap e Snals. Il calendario prevede incontri con l’Anci, l’Ufficio scolastico regionale, «ma anche insegnanti, genitori, ragazzi – spiega la presidente Soru – tante voci e punti di vista differenti così da avere il quadro più possibile completo delle criticità da affrontare ma anche dei punti di forza che possiamo valorizzare».

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