La Nuova Sardegna

Il caso

Savoiardi di Fonni, l’azienda: «Vorremmo aumentare la produzione, ma non troviamo personale»

di Roberto Sanna
Savoiardi di Fonni, l’azienda: «Vorremmo aumentare la produzione, ma non troviamo personale»

Il patron Giovanni Moro: «Offriamo contratti regolari, nessuno accetta»

24 giugno 2024
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Sassari Da cinquant’anni sono un prodotto di eccellenza del centro Sardegna, con una fama e soprattutto una produzione che ha varcato il Tirreno, invaso i supermercati di tutta Italia e creato un piccolo distretto produttivo con base a Fonni. Sono i biscotti savoiardi sardi, adatti a qualsiasi occasione e protagonisti di infiniti contest di campionati del mondo di tiramisù, la loro destinazione naturale nel campo della pasticceria.

Tanto buoni che sempre più persone vorrebbero addentarli. Così le produzioni, e quindi i posti di lavoro, potrebbero aumentare ancora ma, incredibilmente, gli stabilimenti restano bloccati ai soliti livelli perché le offerte di lavoro che vengono diffuse su tutti i canali, da quelli istituzionali degli uffici di collocamento a quelli più sottotraccia del passaparola tra le famiglie, cadono nel vuoto. «Eppure offriamo contratti regolari di almeno un anno, con la possibilità più avanti di farli diventare a tempo indeterminato. Perché la richiesta dei nostri savoiardi è in continuo aumento ma abbiamo bisogno di più personale per adeguare la produzione. Quali figure cerchiamo? Persone che confezionino i pacchi di biscotti o che lavorino gli impasti. Orari di lavoro dalle 6 di mattina alle 14, dal lunedì al venerdì. Quando la richiesta cala, ci mettiamo qualche giorno in ferie. Pensavo di non avere problemi a trovare altro personale, invece non si presenta nessuno e mi viene il malumore» dice Giovanni Moro, titolare di uno stabilimento a Fonni e vero e proprio pioniere della commercializzazione dei savoiardi. Il quale aggiunge: «Non è un problema solo mio, sia chiaro, ma anche di tutti gli altri colleghi produttori di Fonni che potrebbero e vorrebbero lavorare molto di più. E a dirla tutta, anche altre aziende locali del settore agroalimentare faticano a trovare gente».

Lo Sporting Club Monte Spada adesso è un rudere diroccato al centro di dispute legali ma, negli anni 70 e 80, era il fulcro del turismo invernale nell’isola. Periodi storici nei quali le nevicate erano abbondanti su quelle piste si poteva pensare di sciare per un weekend e da Sassari e Cagliari arrivavano in tanti, mentre in estate l’hotel si popolava di turisti che arrivavano da ogni parte d’Italia. E proprio le colazioni tipiche che proposte in questo circuito di turismo interno segnarono il boom dei biscotti savoiardi che da piccole produzioni locali, spesso fatte in casa, passarono a confezioni preparate in stabilimenti appositi, pronte per essere portate via e adesso viaggiano nei Tir per rifornire colossi della grande distribuzione organizzata come Coop, Conad, Eurospin.

“Buoni questi biscotti, se vengo da voi me li potete vendere così li porto a casa?” era la richiesta che arrivava immancabile dai turisti. Il business è nato così, quasi per caso e a un primo stabilimento ne sono seguiti altri, anche nei centri vicini, e mezzo secolo dopo i biscotti savoiardi sono diventati una fetta importante dell’economia del paese, fatta di tante piccole realtà a conduzione familiare che sanno farsi valere anche fuori dall’isola: «La nostra è un’azienda familiare con sette-otto dipendenti – dice ancora Giovanni Moro, che a 73 anni resta sul pezzo e racconta uno spaccato della piccola imprenditoria isolana –. Quasi l’ottanta per cento della nostra produzione ormai è destinata a varcare il mare, dalla Toscana in su. I savoiardi di Fonni piacciono in tutta Italia, le richieste sono in aumento. Soprattutto, potremmo dare lavoro a tanti giovani di questa zona. E il cruccio più grande è proprio questo».
 

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