La Nuova Sardegna

Salute

Liste d'attesa chiuse, Carla Fundoni: «Vanno rivisti il Cup e la disparità di risorse tra Sassari e Cagliari»

di Luigi Soriga
Liste d'attesa chiuse, Carla Fundoni: «Vanno rivisti il Cup e la disparità di risorse tra Sassari e Cagliari»

La presidente della commissione Sanità: «È una emergenza assoluta»

26 giugno 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Sassari In attesa che il nuovo assessore Bartolazzi si ambienti sul disastrato pianeta della sanità sarda e riesca a dare segnali di vita, qualcosa si muove sul fronte politico.

L’emergenza delle liste d’attesa è la priorità assoluta della Commissione regionale Sanità, che sta acquisendo dati, e calendarizzando gli incontri con i vari manager per cominciare a elaborare le prime proposte operative.

«Occorre rimodulare completamente il Cup – dice Carla Fundoni, presidente della commissione Sanità e dirigente medico della Asl 1 – soprattutto a Sassari il sistema non funziona. Il fatto che per una serie di prestazioni le agende siano chiuse e per gli utenti sia impossibile fissare una visita, se non in strutture a distanza di 200 chilometri, significa che c’è un cortocircuito che va risolto. Occorre più trasparenza nella gestione delle agende, bisogna essere capaci di individuare dove la macchina si ingolfa, e poter intervenire».

Uno dei nodi da sciogliere è la sperequazione cronica nella ripartizione di risorse tra il nord e il sud. Se su Sassari è impossibile ottenere un appuntamento in tempi umani anche solo per la più banale delle visite di controllo, è perché la coperta è cortissima, sia sul fronte del personale a disposizione, e sia sul fronte del budget. Parliamo delle strutture pubbliche, ma anche di quelle private in convenzione. Ogni anno il rapporto con Cagliari nell’assegnazione delle risorse è stato di 10 a 1. Prima perché nella modulazione dei budget si teneva conto dello storico dei tetti di spesa. E si è creata una spirale perversa per cui il gap di 10 a 1 ogni anno si rigenerava, senza possibilità di tamponare le discrepanze. «La governance va rivista – dice Carla Fundoni – non è una questione di campanilismo, ma di giustizia sociale. Ogni paziente, a prescindere dalla città in cui risiede, dovrebbe avere le stesse opportunità di curarsi. Non esiste che uno venga visitato a due passi da casa, e un altro debba attraversare tutta la Sardegna. La distribuzione delle risorse dovrà essere riallineata».

L’ex assessore alla Sanità Carlo Doria aveva provato a cambiare rotta. L’assegnazione dei budget non avrebbe più considerato solo la spesa storica delle varie cliniche private in convenzione (a Cagliari sono infinitamente di più rispetto a Sassari), ma anche il bacino di utenza, ovvero il numero di abitanti. Questo criterio avrebbe dovuto arginare le evidenti disomogeneità tra una sanità al passo con la domanda di assistenza, e un’altra che annaspa nelle liste di attesa infinite. L’altro versante sul quale agire potrebbe essere oliare la macchina pubblica, e cercare di farla camminare un po’ più spedita. È un compito difficilissimo, perché dovrebbe partire da un attento monitoraggio delle performance. Della serie: se in un reparto ho un macchinario diagnostico e uno staff di 5-10 persone, statisticamente è possibile predire un certo numero di prestazioni erogabili ogni mese. Se alla fine nel registro ne risultano segnate la metà, significa che in quel reparto c’è un problema di produzione.

«La sanità pubblica deve fare i conti con carenze di personale, con medici chiamati a svolgere diversi compiti, dall’ambulatorio al reparto. Quel che voglio dire è che non è esattamente come nel privato, dove gli imprevisti e gli intoppi sono molto più rari. Secondo me non è semplice applicare la matematica al pubblico per calcolare l’efficienza. È un’operazione rischiosa».

C’è però anche l’abuso della intramoenia, cioè l’utilizzo dei macchinari o degli spazi pubblici per svolgere l’attività privata, che i pazienti devono pagare di tasca propria. Se si prenota attraverso il cup una colonscopia, forse si troverà un appuntamento dopo mesi. Se si bussa nell’intramoenia, la finestra si spalanca nell’arco di una settimana. «Anche l’intramoenia va monitorata, e andrà regolamentata meglio».

In Primo Piano
La rapina

Assalto alla Mondialpol, il sindaco di Sassari Giuseppe Mascia: «Allarme e grande rabbia, pronti a fare la nostra parte»

Le nostre iniziative