La Nuova Sardegna

L’odissea

Nave Moby sequestrata in Corsica, le testimonianze dei passeggeri

di Davide Pinna
Nave Moby sequestrata in Corsica, le testimonianze dei passeggeri

I viaggiatori verso Porto Torres dirottati su Golfo Aranci con 12 ore di ritardo. La compagnia: «Noi parte lesa», gli utenti: «Abbiamo ricevuto poca assistenza»

26 giugno 2024
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Sassari Un’odissea fra Corsica e Sardegna, per 650 passeggeri che viaggiavano a bordo del traghetto Moby sulla tratta Genova-Ajaccio-Porto Torres. L’incubo, terminato per molti viaggiatori ben oltre la mezzanotte, è cominciato alle 6 del mattino di ieri, quando la Moby Ale Due – la vecchia Bithia della Tirrenia – ha fatto scalo nel capoluogo corso. In teoria, doveva soltanto essere una rapida sosta, per far scendere i viaggiatori diretti in Corsica prima di proseguire verso Porto Torres, con arrivo previsto alle 10.

Ma ben presto i passeggeri si sono resi conto che qualcosa non stava andando per il verso giusto, nonostante le informazioni frammentate e contraddittorie diramate dagli altoparlanti di bordo: le autorità portuali francesi stavano mettendo sotto sequestro la nave. Una decisione legata a un contenzioso in corso fra Compagnia Italiana di Navigazione, il gruppo di cui fanno parte Moby e l’ex Tirrenia, e i norvegesi di Siem Industries, che ha già un precedente: a maggio, le autorità francesi avevano sequestrato, nel porto di Seté, vicino Montpellier un’altra nave Cin, la “Maria Grazia Onorato”. E a inizio giugno, un altro traghetto Moby era rimasto fermo nel porto di Ajaccio per qualche giorno, per accertamenti tecnhici e di sicurezza ad opera delle autorità francesi. Dopo il squestro, per i viaggiatori è cominciato l’incubo. «Non abbiamo ricevuto alcuna assistenza – racconta Marco Greco, ex assessore del Comune di Sorso -, se non per la colazione, che è stata offerta ai primi arrivati. Chi è arrivato un po’ più tardi si è dovuto accontentare del cappuccino, i cornetti erano finiti e le ciambelle andavano pagate». Da quel momento in poi, raccontano i passeggeri, nemmeno un bicchiere d’acqua: solo la navetta che ha accompagnato i viaggiatori a piedi da Ajaccio a Porto Vecchio. Un coast to coast in salsa corsa lungo tortuose strade di montagna, per due ore e mezzo di viaggio.

I passeggeri hanno dovuto attendere più di 12 ore per salire, intorno alle 19, a bordo di una nave Corsica Ferries, che li ha accompagnati da Porto Vecchio a Golfo Aranci. «Invece che a Porto Torres – commenta sconsolato Valter Artelli, in viaggio da Monza al Sassarese -. Sono altre due ore di viaggio. Questo purtroppo è il modo peggiore di promuovere il turismo in una terra bellissima come la Sardegna». Situazione certo non migliore per quel che riguarda gli autotrasportatori: «Tutti i mezzi pesanti sono stati imbarcati» comunicano da Cin-Tirrenia.

Ma a fine serata di ieri, molti autotrenisti e imprenditori lamentavano di non aver ricevuto alcuna comunicazione su luogo, tempi e modalità di recupero di mezzi e rimorchi. La compagnia di navigazione scarica le responsabilità sui norvegesi del gruppo Siem: «Non ha agito nel rispetto della legge, interrompendo un servizio pubblico e provocando un forte disagio a circa 650 passeggeri. Siamo parte lesa e ci tuteleremo in tutte le sedi, chiedendo il risarcimento dei danni subiti». Richieste di risarcimento che, sicuramente, arriveranno anche dai viaggiatori nei confronti della compagnia.

La vicenda ha visto l’interessamento dell’assessora regionale ai Trasporti Barbara Manca: «I trasporti marittimi con la penisola sono di competenza ministeriale, ma ci siamo subito attivati per affrontare il problema. Questa vicenda è l’ultima dimostrazione della necessità di ripensare la continuità marittima e assegnare all’amministrazione regionale un maggior potere decisionale». Un duro attacco alla compagnia arriva dal segretario della Filt Cgil Arnaldo Boeddu: «Avevamo già contestato la decisione Moby di inserire lo scalo ad Ajaccio dentro un servizio essenziale come la tratta diretta Genova-Porto Torre». Boeddu teme anche per il futuro: «Domani attraccherà a Porto Torres la Moby Orli, una nave di vecchissima generazione con una limitata capacità di carico: c’è il rischio che nelle prossime settimane il traffico merci da Porto Torres a Genova si blocchi. Come sempre, a pagare il prezzo maggiore è il Nord Ovest della Sardegna. Chiediamo al governo e alle commissioni parlamentari Trasporti di attivarsi subito con gli armatori per ripristinare il collegamento Genova-Porto Torres».

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