Il grido di allarme della polizia penitenziaria: «Carceri sovraffollate, violenze e carenza di personale»
Sit-in delle tre organizzazioni sindacali davanti al carcere di Buoncammino a Cagliari
Cagliari Sit in di protesta questa mattina 28 giugno davanti all'ex carcere di Buoncammino da parte dei poliziotti penitenziari aderenti alle tre organizzazioni sindacali di Sappe, Uil PF e Uspp. Le rivendicazioni sino da alcuni anni sempre le stesse, a cui l’amministrazione carceraria non ha mai dato le risposte attese, soprattutto per quanto riguarda i due penitenziari maggiori e più affollati, quelli di Uta e di Bancali: mancanza di personale, violenza dietro le sbarre con aggressioni agli agenti, la sanità in carcere del tutto carente, strutture con gravi lacune benché di recente costruzione. Chiamati a raccolta dai segretari regionali Michele Cireddu (Uil Fp polizia penitenziaria), Luca Fais (Sappe) e Alessandro Cara (Uspp), davanti al vecchio carcere di buoncammino si sino ritrovati un centinaio di agenti liberi dal servizio. Da quel che asseriscono i tre laeder sindacali regionali, «continuano inesorabili le aggressioni al personale di polizia penitenziaria in servizio negli Istituti della Sardegna che quotidianamente si adopera per assicurare l'ordine e la sicurezza all'interno dei reparti, partecipando anche alle attività di trattamento rieducativo dei detenuti. Nonostante tutto, ci sono sempre dei detenuti, fortunatamente la minoranza, che si contrappongono ad ogni tipo di regolamento intramurario e di trattamento rieducativo cogliendo ogni pretesto per creare disordini e scagliarsi contro i poliziotti malcapitati che si trovano a prestare servizio in quei settori».
Nell’ultimo periodo si sono verificate una serie di aggressioni gravi a danno degli agenti negli istituti di Sassari e Cagliari, i quali sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso a causa di diverse tumefazioni e fratture in varie parti del corpo, con prognosi importanti, anche di 30 giorni per alcuni di essi. «Nonostante questi atteggiamenti violenti contro i rappresentanti dello Stato – dicono Cireddu, Fais e Cara -, non abbiamo riscontrato interventi concreti dei vertici dell'Amministrazione penitenziaria affinchè tali soggetti vengano trasferiti in altre sedi della penisola. Oltretutto ci risulta che proprio dagli istituti della penisola continuino ad arrivare detenuti facinorosi con destinazione Uta e Bancali». Nel carcere di Cagliari-Uta, il personale sarebbe allo stremo delle forze e queste situazioni che compromettono l'incolumità degli operatori penitenziari dovrebberi essere affrontate rapidamente prima che tutto il sistema collassi.
«A causa delle aggressioni subite – continuano i segretari regionali sella Penitenziaria - il personale si sta vedendo costretto a chiedere l’esenzione dai servizi all’interno delle sezioni detentive e questo rappresenta un vero fallimento per l’Amministrazione che dovrebbe tutelare i propri poliziotti». Fra l'altro, non solo gli agenti si trovano a subire le aggressioni di questi soggetti incontrollabili, ma lavorerebbero in carenza di organico oltre le ore ordinarie senza percepire da mesi le somme per tutto lo straordinario effettuato fin'ora. Anche la gestione degli istituti starebbe diventando sempre più approssimativa. «Manca un direttore in pianta stabile a Sassari – accusano ii poliziotti del sit in -, manca il comandante a Nuoro ed Is Arenas, pare che a breve lo stesso Provveditore assumerà l'incarico anche del Piemonte. In vari istituti non vengono rispettati i protocolli di intesa sottoscritti imponendo un organizzazione del lavoro non concordata che va contro le pari opportunità ed il rispetto degli accordi sindacali. Anche per queste ragioni, a tutela dei poliziotti manifestiamo il nostro dissenso contro un’amministrazione che definiamo fallimentare».