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Sassari, assalto alla Mondialpol: i “nuclei” di una banda perfetta addestrati fuori dalla Sardegna

Sassari, assalto alla Mondialpol: i “nuclei” di una banda perfetta addestrati fuori dalla Sardegna

Armi pesanti e dotazioni militari, i rapporti con la Corsica

29 giugno 2024
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Sassari Non c’è solo un capo ma diversi leader. Professionisti capaci di dare disposizioni precise e di seguire personalmente le operazioni di prelievo del denaro incuranti del fatto che a pochi metri da lì si spara all’impazzata. E non uno o due colpi ma tanti, più di 200. Una dimostrazione di fiducia negli altri componenti del commando, ciascuno con il suo compito. Si perché questa banda feroce ha pianificato ogni cosa, ha fatto in modo di avere dentro l’organizzazione elementi addestrati a sparare per uccidere. É una convinzione che circola da tempo e che sembrerebbe confermare l’esistenza di una struttura formata da persone che potrebbero essersi “formate” nei centri di addestramento non troppo lontani dalla Sardegna. In Corsica per esempio, la zona dalla quale - il sospetto è ricorrente - potrebbero anche arrivare una buona parte delle armi da guerra utilizzate, come i kalashnikov e relativo munizionamento. Tanti pezzi, una dotazione tale da spingere la banda a non risparmiare colpi. E poi giubbotti antiproiettile, altre dotazioni militari. Sistemi di comunicazione criptati, difficile da intercettare.

Il procuratore generale Luigi Patronaggio ieri li ha definiti “feroci” perché hanno sparato ad altezza d’uomo. Per uccidere. Éð è una cosa che non fai così per caso, ci vuole preparazione, un lungo periodo di formazione. Perchè gli AK-47 non li usi alla perfezione la prima volta che li prendi in mano.

La banda sembrerebbe avere una ossatura stabile, capace di aggiornarsi negli anni e di correggere gli errori. Così è stato per l’assalto alla Mondialpol venerdì sera. Più o meno stesso orario delle altre due volte (le 20), solo che a fine giugno è ancora giorno. Determinante la scelta dei mezzi, specie della ruspa dotata di un braccio estensibile e capace di raggiungere l’interno della “sala conta” restando affiancati con il mezzo al muro di cinta. Che non può essere abbattuto perché - i banditi lo sanno, è evidente - dopo i precedenti due assalti è stato armato e rinforzato quindi aprire un varco sarebbe stata operazione lunga e probabilmente non realizzabile.

Correzioni in corso d’opera, quindi, come la formazione di nuclei con incarichi specifici: il bravo escavatorista (anche lui sottoposto a lunga formazione?) che agisce con una azione quasi chirurgica, sfonda il muro della sala conta e poi preleva uno per uno i sacconi carichi di denaro e li porta all’esterno della struttura. Altra correzione: sono spariti gli inadeguati sacchi di mangime e anche i borsoni. La banda è andata sui più sicuri “new bags” di uso industriale, che possono essere manipolati senza pericoli di rotture e poi garantiscono una capienza maggiore. A guardare i video, i banditi ne portano via una decina pieni di banconote. Quelli che sparano e coprono il gruppo incaricato del prelievo del denaro: esplodono una quantità di colpi come se fossero in guerra. Sparano al parabrezza della gazzella dei carabinieri, centrano il portellone posteriore di un’auto della polizia stradale e - stando alle indiscrezioni di ieri - anche la ruota di una pattuglia della polizia locale. Non ci sono morti e feriti per miracolo. Chiodi sul manto stradale, auto incendiate per generare caos e disorientare, o per terrorizzare. E mentre i nuclei fanno fuoco di sbarramento, gli altri con grande sangue freddo continuano a caricare il denaro, per niente preoccupati.

Sono tanti, una ventina. Ciascuno con il suo compito, nessuno improvvisa. Non scappano, non lasciano le postazioni fino a quando non arriva l’ordine. Solo allora scatta l’altra parte del piano. Dove vanno, dove si nascondono? Impensabile che rientrino subito nei territori di provenienza, sarebbe fin troppo facile beccarli, aspettarli. C’è sicuramente un passaggio intermedio, un luogo che li accoglie, con spazi adeguati per nascondere i mezzi, per ospitare senza dare nell’occhio. E ogni azione ha una fase di preparazione, una pianificazione durata parecchi mesi così come l’addestramento dei banditi. É il nuovo fronte, quello dopo i sequestri di persona, il traffico di droga insidiato ormai da organizzazioni criminali internazionali. Così si va verso l’assalto a portavalori e al caveau delle aziende di sicurezza. Tanti soldi subito, grazie anche a informazioni giuste che non si trovano mai per caso.
 

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