La Nuova Sardegna

Rapina

Sassari, l'assalto: via dalla Mondialpol con 20 milioni di euro, è caccia ai banditi

di Luca Fiori
Sassari, l'assalto: via dalla Mondialpol con 20 milioni di euro, è caccia ai banditi

Il piano senza scrupoli del commando di venti malviventi. Due settimane fa l’ultima esercitazione di attacco alla sede

29 giugno 2024
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Sassari Avevano messo in conto anche di uccidere. Di lasciarsi dietro, durante la fuga con i sacchi pieni di denaro, i corpi senza vita degli uomini delle forze dell’ordine che venerdì sera - con coraggio - hanno provato a bloccare l’assalto alla sede della Mondialpol a Caniga, periferia di Sassari a poche centinaia di metri dai centri commerciali. Un piano diabolico, messo a segno da un commando disposto a tutto, composto da una ventina di banditi armati con kalashnikov, vestiti di nero e con indosso giubbotti antiproiettile, che sarebbe riuscito - secondo una prima stima non ancora confermata - a portare via una ventina di milioni di euro. Solo per miracolo, sia l’auto dei carabinieri che quella della polizia stradale raggiunte dalla scarica di proiettili durate le fasi drammatiche del conflitto a fuoco, hanno protetto gli uomini delle forze dell’ordine e nessuno è rimasto ferito. A salvarsi è stato anche l’agente della Mondialpol che poco dopo le 20 di venerdì si trovava di guardia all’interno della garitta di sorveglianza. L’uomo è vivo grazie ai vetri antiproiettile che lo hanno protetto dalla sventagliata di colpi di kalashnikov esplosi contro di lui. E uno dei colpi potrebbe aver raggiunto anche il pneumatico di una delle auto della polizia locale, arrivate a Caniga durate le fasi della rapina. Un inferno di fuoco durante il quale - sparando anche ad altezza d’uomo - i malviventi avrebbero esploso almeno 150 colpi. Tanti i bossoli - sia di pistole che di kalashnikov - che ieri mattina gli esperti della Scientifica hanno rinvenuto e repertato intorno alla sede della Mondialpol.

Le indagini affidate agli investigatori della squadra mobile, guidati dal dirigente Michele Mecca, sono partite da lì - dalla scena del crimine - per ricostruire i movimenti della banda prima e dopo il colpo. Da venerdì notte gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Elisa Succu, stanno visionando le immagini delle telecamere di sicurezza della zona e quelle interne ed esterne dell’istituto di vigilanza alla ricerca di elementi utili a rintracciare i malviventi. L’idea è che le forze dell’ordine avessero sentore che in città stesse per accadere qualcosa. Venerdì mattina era stato attivato infatti il piano anti rapina, ma i controlli non avevano segnalato niente di sospetto. E non è escluso che il commando abbiamo atteso proprio il giorno della riapertura al traffico - dopo anni - delle gallerie di “Chighizzu” che portano fuori dalla città, per non rimanere imbottigliati durante la fuga verso il sud dell’isola.

L’assalto è scattato pochi istanti dopo le 20, quando ancora il sole non era tramontato. Obiettivo il caveau della Mondialpol. Il forziere, però, è rimasto integro e i soldi delle pensioni - trasferiti ieri mattina agli uffici postali del centro-nord Sardegna - sono rimasti al sicuro dietro la spessa porta blindata. I banditi sono però riusciti a portare via una decina di sacchi denaro ritirato durante la giornata dai vigilantes e che doveva essere contato prima di finire nel caveau. Nella fuga alcune mazzette di denaro sono finite per terra, ma il grosso è finito dentro i robusti sacchi bianchi che la banda si era portata per portare via il denaro.

Proprio un paio di settimane fa gli uomini della Mondialpol avevano effettuato un’esercitazione di attacco alla sede. Ma venerdì sera è stato invece tutto tremendamente reale. «Abbiamo subito un violento attacco, pianificato meticolosamente e ben organizzato da parte di un commando paramilitare spiega Rita Achenza, responsabile della Mondialpol - un’azione che non ha precedenti in Italia. Grazie ai nostri sistemi di sicurezza, anche a seguito della rapina del 2016, i valori asportati sono limitati. Nonostante la potenza di fuoco tutto il personale è rimasto illeso – aggiunge – e ha operato con professionalità e sangue freddo: per questo a loro e alle forze dell’ordine va una sincera riconoscenza». La caccia all’uomo, con il coordinamento da Roma del Servizio centrale operativo della polizia e della Sisco da Cagliari, continua in tutta la Sardegna.



 

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