Tassa d'imbarco, Mario Bruno: «Non porta nulla ai Comuni, la Regione segua l’esempio»
L’ex sindaco di Alghero Mario Bruno: «Bisogna cancellarla»
Sassari Se c’è una persona che nell’isola conosce bene la tassa comunale sui diritti d’imbarco è l’ex sindaco di Alghero Mario Bruno, che anni fa portò avanti una battaglia per abolirla in tutta Italia.
«Il Comune con la mia giunta – spiega l’ex primo cittadino – nel 2016 aveva aderito alla class action formata da altri dodici comuni italiani che chiedevano allo Stato il riconoscimento delle spettanze mai riscosse su una tassa definita comunale, ma che porta solo briciole nelle casse degli enti locali».
«Un credito milionario vantato dal 2005 anche da Alghero – prosegue Bruno –. Lo avevamo fatto aderendo all’iniziativa della Consulta Città aeroportuali dell’Anci, a Roma. Quella tassa anche in Sardegna, sull’esempio della Calabria, va ora abolita. Anche se è paradossale che le Regioni debbano compensare lo Stato per una tassa iniqua».
La tassa Le tasse aeroportuali, che sono varie, incidono per circa il 40% del prezzo finale del biglietto aereo. Quando fu istituita l’addizionale comunale il legislatore motivò con l’esigenza di offrire «una misura di sostegno, agli enti locali che sopportano la ricaduta della presenza di un aeroporto».
Istituita nel 2004, allora con 1 euro per passeggero imbarcato. Nel corso degli anni l’importo è cresciuto fino a 6,5 euro. Di questi, 5 euro sono destinati all’Inps, 50 centesimi al servizio antincendio negli aeroporti. Un euro viene invece ripartito da Enav per i costi sostenuti per garantire la sicurezza ai propri impianti e al “comparto sicurezza” per il finanziamento di misure di prevenzione e contrasto della criminalità e per il potenziamento della sicurezza di aeroporti e stazioni ferroviarie. Solo una piccola parte di questo euro è destinata ai Comuni.
«Dal 2005 – riprende Mario Bruno – sono stati erogati ai Comuni importi sensibilmente inferiori rispetto a quelli che, ai sensi di legge, sarebbero stati di effettiva spettanza degli stessi, con un flusso di finanziamenti discontinuo e contrassegnato da mancate assegnazioni e non rispondenza degli importi dovuti con il totale dei passeggeri viaggianti. La perdita di gettito per i Comuni aeroportuali è stata dunque molto consistente e va recuperata».
In Calabria Ai Comuni calabresi non sono ora dovuti i trasferimenti derivanti da parte dell’incasso dell’addizionale e, parallelamente, la Regione provvede a ristorare annualmente i Comuni interessati. Per il 2024, dato che l’addizionale non sarà più applicata dal primo agosto, la Regione verserà allo Stato la somma di 5,5 milioni entro il 30 novembre 2024. In relazione ai mancati introiti derivanti dai diritti d’imbarco non più dovuti, si dispone che a decorrere dall’anno 2025, sia trasferita all’Inps la somma di 10 milioni annui. L’Inps è infatti destinatario del 77 per cento delle addizionali comunali oggetto di disapplicazione, pari a 5 euro a passeggero della quota (che complessivamente è di 6,5 euro). L’effetto complessivo delle norme è quindi quello di spostare l’onere dell’addizionale d’imbarco dai passeggeri alla Regione che provvederà a versarla allo Stato.
«Va abolita» Ryanair ha già preannunciato un piano di crescita «super potenziata» in Calabria, con un incremento dei voli e della connettività, una significativa espansione dei servizi aerei. Un’occasione importante per guadagnare fette di mercato rispetto ai competitor. «Questo potrebbe trasformare la regione in un hub strategico per il turismo e i viaggi in Italia – riprende e conclude Bruno – rafforzando ulteriormente l’economia locale e la sua attrattività come destinazione turistica. Una scelta doverosa e conveniente anche per la Sardegna. Regione e parlamentari si attivino». (s.sant.)