La Nuova Sardegna

Omicidio

Giustiziato in pieno giorno: Arzana ripiomba nella paura

di Alessandro Mele
Giustiziato in pieno giorno: Arzana ripiomba nella paura

I killer hanno atteso Vincenzo Beniamino Marongiu all’uscita del bar. Il 52enne ha tentato di scappare ma l’ha raggiunto una pioggia di proiettili

09 luglio 2024
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Inviato ad Arzana Le campane della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista rintoccano le 9 in punto, mentre Vincenzo Beniamino Marongiu, Mino per chi lo conosceva bene, pluripregiudicato arzanese di 52 anni, ancora non sa di essere seduto al bar a bere il suo ultimo caffè. In piazza Roma, ad Arzana, sembra essere iniziata la solita mattinata. Il sole è già caldissimo e illumina la grande piazza.

Vincenzo Beniamino Marongiu ha parcheggiato la sua auto, un pick-up verde della Mitsubishi, proprio accanto al bar centrale del paese. Stava andandosene, secondo la prima ricostruzione degli inquirenti, portando con se quattro caffè d’asporto raccolti dentro un cartoncino, quando ha incrociato la morte davanti ai suoi occhi. Uno, forse due killer, riferiscono gli inquirenti, armati di pistola a tamburo hanno iniziato a esplodere dei colpi verso di lui. Quei caffè sono volati sopra i lastroni di granito bianco, mentre Marongiu tentava la fuga, finita pochi metri più avanti dove si è accasciato per sempre, freddato davanti a un’altra auto parcheggiata lungo la piazza.

Sapere dove fosse diretto è impossibile dirlo. Forse a casa, in rispetto degli orari previsti dal provvedimento di sorveglianza speciale al quale era sottoposto. Forse dalla sua compagna, o dai figli. Due quelli avuti in una precedente relazione, un altro nell’ultima.

I killer hanno fatto perdere le proprie tracce lungo i viottoli stretti del centro storico di Arzana, mentre sul posto arrivavano i carabinieri della compagnia di Lanusei e da Nuoro il nucleo investigativo.

In piazza, senza fermarsi e alla ricerca di elementi nell’area delimitata dalle forze dell’ordine, anche la pm Valentina Vitolo, magistrata della procura di Lanusei titolare del fascicolo d’inchiesta. Per il resto, piazza Roma è assolata, impercorribile e totalmente deserta. Non c’è alcun giovane, anziani o curiosi intorno alla scena del crimine. Anche la filiale del Banco di Sardegna del paese, che si affaccia proprio lì sulla piazza di granito, prosegue nella sua giornata di lavoro. Dalla banca, in quelle ore, non entra e non esce nessuno. Per ora neanche gli inquirenti, che certamente esamineranno le telecamere di videosorveglianza della filiale, che all’ora dell’omicidio di Vincenzo Beniamino Marongiu era già aperta al pubblico.

Non c’è un filo di vento e non si sente volare una mosca, gli arzanesi, forse per rispetto del lutto, hanno scelto di non accostarsi a guardare. Passa solo un’anziana che evidentemente abita in qualche casa poco distante dal luogo del delitto. L’unica cosa che fa è lamentarsi con i carabinieri: «Fatemi passare, devo tornare a casa mia, non posso fare tutto il giro del paese». In mezzo alla piazza non guarda neanche, ha fretta di rientrare a posare la spesa nella sua cucina.

Arriva quasi l’ora di pranzo, sono già passate le 14 e il medico legale giunto da Cagliari, Roberto Demontis, non è ancora sulla scena del crimine. I carabinieri del nucleo investigativo non possono ancora lasciare Arzana. Nella piazza bianca, a dominare in una ideale panoramica dall’alto, il giallo acceso dei birilli del nucleo investigativo e il marrone di quei caffè volati per aria un attimo prima della morte di Vincenzo Beniamino Marongiu. Il sangue circonda invece il cadavere, ancora riverso a terrae coperto da un lenzuolo bianco.

Il paese, andando via, è muto e deserto come la piazza. Complice l’orario, le attività sono tutte chiuse, così i bar e i ristoranti. Arzana soffre l’ennesimo grave lutto della sua storia.


 

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