In 500 sugli otto itinerari religiosi per un turismo lento e curioso
Regione e Conferenza episcopale insieme per “Camminiamo in Sardegna”
Oristano Camminare a passo lento per scoprire la Sardegna più autentica.
Quella dei territori e delle località legate alle figure di santi e beati, alle antiche chiese campestri e ai piccoli borghi nei quali sostare per godere dell’ospitalità, dell’accoglienza e del silenzio.
Esattamente quello che offre “Sardegna, isola di cammini e turismo lento 2024”. Otto i cammini inseriti nell’evento, denominato “Noi camminiamo in Sardegna 2024”, che si svolgerà dal 30 settembre al 5 ottobre che coinvolgerà 80 Comuni e porterà 500 persone, che percorreranno circa 800 chilometri attraverso i territorio e i sentieri individuati. I cammini, sono: Santa Barbara, San Giorgio Vescovo, Santu Jacu, Sant’Efisio, 100 Torri, dei Beati, la via dei Santuari e il Cammino Francescano mentre le località interessate, sono: Borutta, Dorgali, Galtellì, Genoni-Gesturi-Laconi, Luogosanto, Ogosolo e Sant’antioco. Il programma, promosso dall’assessorato regionale del Turismo, Artigianato e Commercio, è stato presentato ieri mattina nel Centro Nostra Signora del Rimedio, nella frazione oristanese di Donigala Fenughedu, dallo stesso assessore regionale Franco Cuccureddu e dal presidente della Conferenza episcopale sarda monsignor Antonello Mura, e dai dirigenti dello stesso assessorato regionale, da alcuni esponenti del mondo del turismo sostenibile, giornalisti e presidenti dei cammini inseriti negli itinerari per il 2024.
«La Regione ha investito molto sui Cammini – spiega l’assessore Cuccureddu –. Il turismo lento è in crescita a livello mondiale, e soprattutto in Europa. Stiamo parlando di turismo di nicchia: anche se il nostro maggiore attrattore rimane il mare, nel pianificare le vacanze si lavora sulle motivazioni, che possono essere identificate con il mare ma anche con altre che prevedono visite al territorio ospitante. Percorrere uno dei cammini ha una duplice valenza: quella paesaggistica-ambientale, partono dalla costa e vanno verso l’interno, e quella storica e teologica, che ripercorre i luoghi tradizionali dei pellegrinaggi». In tal senso la Regione ha fatto un recupero storico, culturale e tradizionale dei cammini inserendo gli otto itinerari sardi, ciascuno lungo un centinaio di chilometri, in una rete che leghi l’infrastruttura con le attività delle associazioni e delle fondazioni che gestiscono e si occupano dei sentieri. Monsignor Antonello Mura, spiega: «Non ci sono cammini e neanche camminatori se non c’è uno sguardo che in Sardegna, anche solo attraversando i luoghi, sia sensibile alla testimonianza di fede che questi territori hanno. I camminatori se sono animati dalla voglia di cercare diventano dei pellegrini, perché passano da un santuario all’altro e da una chiesa campestre all’altra, quindi, in Sardegna, camminare crea un legame con la fede. L’accordo fatto dalla Conferenza episcopale sarda con la Regione precedentemente, e che ha bisogno di ulteriori approfondimenti, voleva proprio non far dimenticare che se parliamo di camminatori dobbiamo parlare anche di pellegrini. La Sardegna è quella regione che ha valorizzato di più i Cammini in senso turistico, religioso e culturale, tant’è che la stampa nazionale, presente anche oggi, ne ha dato ampio risalto».
Franco Solinas, presidente della Fondazione Destinazioni di Pellegrinaggio: «Rappresentiamo le otto destinazioni che hanno una storia religiosa certificata, quindi ci occupiamo di valorizzare, dal punto di vista spirituale, integrandola con la cultura dei rispettivi territori”. Padre Salvatore Sanna, Francescano: “L’essere Francescano è già una testimonianza del cammino: come Gesù ha mandato gli apostoli San Francesco ha mandato i suoi frati, a due a due in tutto il mondo, e in Sardegna la presenza francescana è attestata dalla fine del 1200. Abbiamo inaugurato un primo percorso, da Cagliari a Laconi, ma con la commissione cammini francescani in Sardegna stiamo studiando un itinerario da Sassari a Sorso e da Alghero a Sassari, che abbia punti di appoggio”. Marzia Gallus, guida turistica: “La Regione con la Conferenza Episcopale Sarda, nel 2018, hanno promosso un percorso di formazione specifica per le guide che accompagnano i pellegrini nei cammini”.