La tragedia di Santadi: «Albino sembrava essersi ripreso ma poi il suo cuore si è fermato»
La testimonianza di Piero, il fratello di Albino Giacomo Virgilio, l’operaio morto mentre lavorava in un cantiere per gli scavi di una linea idrica
Cossoine «Albino amava profondamente il suo lavoro – dice in lacrime il fratello Piero – perciò il dolore è ancora più grande, se si pensa che si esce la mattina per guadagnarsi onestamente da vivere e poi non si fa più ritorno a casa, proprio a causa del lavoro».
Ha gettato il paese nello sconforto più triste, la scomparsa di Albino Giacomo Virgilio, l’operaio 45enne morto sul lavoro mercoledì a Santadi. Perché l’uomo, pur essendo residente a Loiri Porto San Paolo da una decina d’anni, era cossoinese a tutti gli effetti (fratello, fra l’altro, di Giovanni Battista, il padre di Davide, il fantino emergente nelle corse al galoppo).
L’incidente è avvenuto nel pomeriggio di mercoledì 17 a Santadi, dove la ditta per cui lavorava l’operaio stava installando un collegamento idrico. Per cause ancora in corso di accertamento, Albino Virgilio sarebbe stato colpito da una grossa chiave inglese, che gli ha provocato un forte trauma. Ma prontamente soccorso, l’operaio era stato ricoverato al Brotzu di Cagliari, dove la situazione inizialmente non era parsa così grave. «Sulle prime – dice il fratello Piero – sembrava essersi ripreso, era lucido e scherzava con i compagni di lavoro. Poi, improvviso, l’arresto cardiaco e la tragedia».
Albino Virgilio era nato a Cossoine (Sassari) il 6 novembre del 1978. Ultimo di nove figli di Salvatore (Barore) Virgilio e Maria Giuseppa (Seppa) Stoccoro, dopo la scuola dell’obbligo, che allora si frequentava ancora in paese, il ragazzo aveva da subito scelto la strada del lavoro, ed era andato come apprendista dal fabbro Antonello Spissu di Giave. Da allora aveva sempre lavorato come operaio, fino ad approdare, otto anni fa alla Dmt, una ditta specializzata in scavi e installazione di tubature per reti per il gas, idriche, e varie.