Olbia, alla scoperta del golfo con Insula Felix
Mare e mestieri: da anni l’associazione organizza tour in battello tra faro e filari di cozze
Olbia. La gemma di Olbia è il suo incantevole golfo. Un luogo dove le bellezze naturali si intrecciano con la tradizione marinara. In questo angolo di paradiso la coltivazione di cozze, attiva dal lontano 1920, rappresenta una importante fonte di reddito per numerose famiglie olbiesi. Proprio in questo periodo i mitilicoltori si trovano nel pieno della stagione di raccolta. Le cozze – indiscusso simbolo culinario della città che cresce aggrappato ai filari sostenuti dalle boe colorate del golfo – si mostrano in tutta la loro bellezza, pronte a essere servite sulle tavole dei ristoranti e delle case e vendute nei banchi delle pescherie e dei mercati. Rispettando i metodi tradizionali e adottando pratiche sempre più sostenibili, i produttori della città dimostrano così che è possibile coniugare qualità e rispetto per l’ambiente.
Storia, natura e antichi mestieri, dunque. Ed è quando l’amore per l’ambiente e la cultura incontrano la volontà di promuovere le bellezze della città che prende vita una gran bella iniziativa: Insula Felix, un’associazione fondata nel 2015 grazie all’intuito e alla disponibilità di Giommaria Craboledda, conosciuto da tutti come “Monsieur Poivron”, anziano signore originario di Ozieri diventato ricco in Francia commerciando peperoni. Craboledda, scomparso tre anni fa, acquistò dunque un battello con l’idea di permettere all’associazione di valorizzare la storia e le tradizioni olbiesi, in particolare quelle del golfo interno. Nella splendida cornice del golfo di Olbia, dunque, Insula Felix, presieduta da Dario Maiore, promuove attività che spaziano dalla tutela dell’ambiente alla valorizzazione degli antichi mestieri legati al mare, mirando a raccontare e difendere l’anima culturale cittadina.
Il golfo di Olbia si apre maestoso con il suo porto, un punto di riferimento cruciale per il traffico marittimo mediterraneo, e nasconde anche una varietà di spunti storici e naturalistici che meritano di essere esplorati. A bordo del battello dell’associazione, Benedetto Cristo, biologo marino, e Luciano Bisogni, esperto conoscitore della gastronomia del mondo, mostrano le bellezze nascoste ai tanti turisti ma anche ai numerosi olbiesi curiosi di riscoprire la storia della loro città. Un tour che entusiasma tutti, dai più piccoli ai più grandi. «Al centro di questo affascinante tratto di costa, troviamo il molo Brin e il molo Bosazza che formano l’antico mare. Fungono anche da ponte tra la storia e la modernità di una città che si proietta verso il mare, testimoniando secoli di scambi e interazioni culturali» racconta il biologo Benedetto Cristo. Proseguendo lungo la costa, ci si imbatte nel circolo nautico, un vivace punto di ritrovo per gli appassionati di vela. A pochi passi il museo archeologico espone reperti storici di grande valore, tra cui i relitti delle navi romane affondate durante l’incursione dei Vandali. Un tesoro di informazioni per chi desidera immergersi nella storia antica del territorio.
Poco distante, l’Isola Bianca si erge come una sentinella dividendo in due la parte più interna del golfo, con le navi da crociera e i traghetti le cui sagome creano uno spettacolo di luci e colori che incanta i protagonisti del tour. Durante la gita in battello è anche possibile osservare dal vivo il lavoro instancabile degli allevatori di cozze. E tra le numerose isole c’è poi quella del Lardo. Un toponimo che richiama la memoria di un vecchio olbiese che amava arrostire da queste parti la sua carne, lontano dalla città.
Il tragitto prosegue mentre Benedetto Cristo e Luciano Bisogni illustrano le caratteristiche principali della storia del golfo e del suo ecosistema marino. Il percorso si snoda tra le boe degli allevamenti di cozze, che compongono un panorama da cartolina, fino ad arrivare alla struttura più famosa: il faro bianco che svetta maestoso in mezzo al golfo e che rappresenta da sempre un simbolo di sicurezza per i naviganti. Costruito nel 1887 sull’Isola di Bocca, indica la porta d’ingresso del golfo interno e custodisce storie di mare e marinai. Sulla stessa isola ci sarebbero anche le tracce lasciate dai pirati che, secoli fa, avevano preso di mira la vecchia città. La luce del faro continua così a brillare, guidando non solo le imbarcazioni ma anche i sogni e le speranze delle persone che vivono e lavorano in città. Il blu del mare che si fonde con l’azzurro del cielo, e con le boe dei mitilicoltori che sembrano quasi giocare a nascondino tra le onde, regala un panorama unico nel suo genere. In un’epoca in cui la sostenibilità è sempre più al centro del dibattito, il golfo di Olbia continua a dimostrare come sia ancora possibile valorizzare e proteggere il patrimonio culturale e naturale attraverso iniziative come quella di Insula Felix, coinvolgendo la comunità locale per celebrare e salvare le vecchie tradizioni.