Mario Tozzi: «La Sardegna è il luogo ideale per le rinnovabili»
Il geologo: «L’isola soffre il clima che cambia. Si punti su eolico offshore e fotovoltaico»
Sassari Il suo ultimo post su Facebook la dice lunga: «La rivoluzione (altro che transizione) ecologica è inevitabile. È un'opportunità, non una minaccia». Per Mario Tozzi, geologo, divulgatore scientifico, saggista, volto noto della televisione, non c’è da perdere tempo con i pareri soggettivi: naso all’insù, sta accadendo qualcosa di epocale.
La Sardegna lo ha capito con un’estate mai vista prima, all’insegna del caldo prolungato, delle ordinanze dei sindaci per aprire i rubinetti di casa il meno possibile, dei boschi ingialliti, dalle tempeste improvvise e violente.
Il caso della Sardegna «L’Italia è investita appieno dalla siccità perché è in mezzo tra le regioni sub desertiche e quelle boreali. Le temperature delle acque sono diventate insopportabilmente alte e quindi si trova in un’area dove si sviluppa la desertificazione o si registrano forti piogge in pochissimo tempo».
Gli eventi anomali e ravvicinati degli ultimi mesi nell’isola preoccupano, Tozzi allarga il raggio d’azione e osserva critico: «Il problema è il maltrattamento del territorio. Pensiamo all’alluvione di Olbia del 2013, il tanto lodato sindaco ha costruito quattordici quartieri dove non dovevano esserci. E ora dovrebbero pensare ad altro, anziché ai monumenti...». Grandi conseguenze della crisi climatica, che è «generata dall’attività dell’uomo, questo senza alcun dubbio. La Sardegna non è una zona a rischio terremoti ma il suo rischio è quello idrogeologico, e invece succede per esempio che l’acqua cada giù e non si è pronti».
Corsa alle rinnovabili La Sardegna si trova al centro dei fenomeni climatici e, qui ancora sul piano ipotetico, al centro di una governabilità delle risorse del cielo e della terra. Mario Tozzi la vede così: «L’isola potrebbe essere indipendente da approvvigionamenti esterni, al contrario sta ancora a chiedersi se far passare la dorsale del metano». E invece? «E invece potrebbe essere la prima regione a proiettarsi del tutto sulle rinnovabili, saltando la fase del gas». Mario Tozzi rimanda allo studio degli scienziati del World weather attribution reso pubblico nei giorni scorsi. Indicava Sardegna e Sicilia come le regioni più colpite dalla siccità, aree dove l’emergenza da «grave» è diventata di rischio «estremo». Per quanto riguarda la Sardegna, si registra un aumento delle temperature di 1,3 gradi centigradi rispetto al normale ed è dovuto all’ancora massiccia combustione di combustibili fossili. L’isola va a carbone. «A me sembra che si combattano le rinnovabili più per meri interessi che per sentimento ecologista. L’elettrificazione è la direzione verso cui andare, non c’è nemmeno bisogno del gas».
La grande possibilità Come? «L’eolico e il fotovoltaico. L’isola ha un potenziale notevole. Può farcela benissimo. A mio avviso, poi, l’unico eolico realmente possibile è quello offshore», in mezzo alle onde del mare. Impianti lontani oltre 25 chilometri dalle coste. «Gli impianti dentro l’isola solo se in zone industriali. Ma anche qui ci sono tante soluzioni, a chi si oppone per motivi di tutela di paesaggio va ricordato anche che, in tal caso, non si andrebbe certo a mettere le pale sulla siepe di Leopardi. Così come il fotovoltaico non verrebbe installato su un terreno agricolo, tanto per capirci», sostiene con sicurezza lo scienziato. Le ipotesi sono tante, a patto che vengano prese in considerazione. E su questo Mario Tozzi esce dai termini scientifici ed entra in quelli politici: si parla delle ritrosie a puntare sulle rinnovabili. «E mi sembra assurdo che anche la presidente Alessandra Todde si stia facendo infinocchiare. C’è gente che vuole procrastinare l’era dei combustibili fossili ma, ripeto, ci vedo solo degli interessi».
Polmone giallo La Sardegna è meno verde. Quell’immaginario di regione selvaggia, piena di boschi e prati sta diventando una cartolina ingiallita. Proprio nelle ultime settimane i vertici regionali in materia si sono trovati a parlare della salvaguardia di sugherete e lecci dai danni della siccità. «Ho visto le immagini satellitari. I cambiamenti lì dipendono dalle falde acquifere sempre più prosciugate».
Negazionisti Eppur si muovono i negazionisti del climate change. «La natura è la paura, da chi in buona fede teme nuovi obblighi – spiega Tozzi – e poi ci sono gli ex no vax. Un popolo impaurito che si sente violentato dalla scienza che non comprende». Il 99% degli specialisti, ribadisce, «concorda sul cambiamento anomalo e accelerato dall’attività dell’uomo». Poche ore prima, su Facebook Tozzi rilevava: «Mai così alta la CO2, mai così alte, in così poco tempo, le temperature medie atmosferiche almeno dal tempo dei romani. Ma è tutta colpa del Sole o del destino cinico e baro. I negazionisti della crisi climatica e del ruolo dei sapiens hanno un solo scopo: far perdere tempo nella regolamentazione del libero mercato consentendo altri profitti».