La Nuova Sardegna

Genera 2024

Le grandi firme del giornalismo protagoniste al festival dei giovani

di Massimo Sechi
Le grandi firme del giornalismo protagoniste al festival dei giovani

Riconoscimenti per Gabriella Simoni, Paolo Borrometi, Daniela Scano, Bachisio Bandinu, Antonio Rojch e Maria Francesca Chiappe

08 settembre 2024
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Alghero Fare giornalismo è raccontare la verità, con coraggio, con schiena dritta, con la forza di perdere la propria libertà fisica pur di non perdere quella di pensiero e di espressione. Come Paolo Borrometi, vincitore del Premio Sardegna nella sezione inchieste, sotto scorta dal 2014 per i suoi articoli sulla mafia e la criminalità organizzata.

Il festival Genera 2024 ha visto sfilare ieri sul palco "la prima fila” del giornalismo nazionale e sardo in una serata dedicata ai giovani e a uno strumento che giovane lo sarà sempre: la radio, di cui sono stati celebrati i 100 anni del servizio pubblico. Era la serata clou di un’iniziativa iniziata già da alcuni giorni con il laboratorio di giornalismo a cui hanno partecipato venti ragazzi. Giampaolo Cassitta e Tiziana Ribichesu hanno accolto sul palco i vincitori delle diverse sezioni. «La linea che ci ha guidato era premiare i giornalisti che come dei maestri indicano alle giovani leve qual è la strada da seguire», ha detto il presidente della giuria Gianni Garrucciu.

Il Premio Sardegna è andato a Venanzio Postiglione, vicedirettore del Corriere della Sera, e a Gabriella Simoni, inviata di guerra delle testate Mediaset. Per Postiglione la giuria ha voluto premiare «i valori di rigore, competenza e passione che sono alla base di un'informazione di qualità. Il suo contributo alla cronaca e all'editorialismo e per l’attività di docente nella Scuola Statale di Giornalismo "Walter Tobagi».

«Credo sia importante dire ai ragazzi che devono avere la fortuna di sbagliare perché sbagliando si impara», ha detto Simoni ricevendo il premio realizzato da Licia Sanna. Per il giornalismo di inchiesta il premio dedicato alla memoria di Piero Mannironi è andato al giornalista e scrittore siciliano Paolo Borrometi. A consegnargli il premio la figlia di Piero Mannironi, Bianca. «Per me è un onore ricevere un premio in onore di Mannironi, giornalisti come lui ci illuminano e ci danno a speranza per la ricerca della verità», ha detto Borrometi. E poi la dedica. «Dedico questo premio a Emanuela Loi, l’agente della scorta di Paolo Borsellino uccisa nell’attentato del 1992». A Daniela Scano è andato il premio “fuoriclasse”, «per il suo contributo didattico al mondo del giornalismo e per l'innovativo progetto educativo "La Nuova @ Scuola" de La Nuova Sardegna. Ha saputo coniugare la sua passione per la cronaca e l’attualità con un impegno concreto verso la formazione dei giovani». «Non esisterebbe questo progetto senza i ragazzi – ha detto –. I giovani si rendono conto immediatamente se li stiamo prendendo in giro. Sono molto più avanti di quel che pensiamo. Noi gli abbiamo dato la possibilità di esprimersi e per loro sarà un ricordo bellissimo. Qualcuno di loro farà il giornalista, noi speriamo che continuino a essere anche solo dei lettori e ad informarsi».

Il Premio dedicato alla memoria di Manlio Brigaglia è stato assegnato allo scrittore, giornalista e antropologi Bachisio Bandinu. Per la cronaca è il riconoscimento è andato a Maria Francesca Chiappe, caporedattrice dell’Unione Sarda.

Per la sezione sport il premio è andato a Luigi Garlando firma della Gazzetta dello Sport che ha ricordato Gigi Riva «di cui bisogna sempre tenere viva la memoria». Al giornalista di Radio Rai Massimo Cerofolini il premio per il giornalismo scientifico. Il premio alla carriera è andato a Michelangelo Cardellicchio. Il premio Peppino Fiori “Le Storie” è andato invece al giornalista della Nuova Sardegna e della Rai Antonio Rojch.

A Roberta Lippi è andato il premio per la sezione web e digitale. Per la sezione giornalismo enogastronomico è stato premiato Gilberto Arru. Per la sezione Viaggi e turismo a Maurizio Di Maggio. Per i fumetti a Micol & Mirco. E infine per la fotografia al grande Steve Mc Curry, intervistato via web dai ragazzi del laboratorio di Genera. Anche questo è stato un modo per unire generazioni diverse che hanno in comune quella grande passione chiamata giornalismo.

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