La Nuova Sardegna

Lavori pubblici

Strade interne da incubo, Antonio Piu: «Chiesti 225 milioni di euro»

di Luigi Soriga
Strade interne da incubo, Antonio Piu: «Chiesti 225 milioni di euro»

L’assessore: «Isola senza collegamenti, peggio della Sicilia». La Commissione Insularità dovrà decidere sui finanziamenti

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Sassari C’è tanta strada da fare, perché il gap da colmare resta enorme. L’insularità, tradotta in carenza di infrastrutture e collegamenti, pesa su ogni sardo per 8265 euro, una penalizzazione che in totale si traduce in un deficit di 13 miliardi per l’intera Sardegna. Questo, in estrema sintesi, lo scenario squadernato dall’assessore regionale ai Lavori pubblici Antonio Piu durante l’audizione alla Commissione Parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dal vivere circondati dal mare.

Un fardello che la Sardegna si trascina da decenni e diverse legislature: nonostante il termine insularità sia impresso nero su bianco nelle pagine della Costituzione, ancora questa parola non ha maturato il suo adeguato peso politico.

Assessore Piu, ci sono possibilità che finalmente siano riconosciuti gli svantaggi dell’isola e che vengano compensati con i giusti finanziamenti?

«Sono molto fiducioso. Ho presentato la mia relazione e tutti i componenti della Commissione bicamerale hanno dimostrato grande interesse e disponibilità. A prescindere dallo schieramento e dal partito, su questo tema c’è una grande convergenza. Il divario tra la Sardegna e le altre regioni è palese, sia in termini di infrastrutture presenti e sia di risorse messe in campo. Mi pare che i dati presentati durante l’indagine conoscitiva abbiano evidenziato una situazione di emergenza, che richiede degli interventi immediati. Il feedback che ho ricevuto dai componenti della commissione è stato molto positivo. A breve dobbiamo rincontrarci per capire quali risorse siano disponibili per la Sardegna».

Lei quanto ha chiesto per colmare il gap?

«Abbiamo subito bisogno di 225 milioni per l’adeguamento della rete delle strade provinciali. Dai nostri studi è emerso che ci sono circa 6mila chilometri di strade da riqualificare. In certi tratti le condizioni sono disastrose. Un dato interessante è che quasi tutte queste arterie si trovano nel nord dell’isola. Infatti tra Sassari e Olbia insistono 2332 chilometri di strade provinciale. Se si fa il raffronto con la città metropolitana di Cagliari, la differenza è abissale. Qui i chilometri sono appena 168. Complessivamente nel sud dell’isola ci sono 1200 chilometri, gli stessi che si contano a Nuoro. Invece a Oristano le strade provinciali si allungano per 1000 chilometri».

La copertura delle strade provinciali in Sardegna sembra però del tutto inadeguata.

«È proprio così. Oltre alle condizioni di percorrenza che non sono certo ottimali, si aggiunge il fatto che nella nostra isola i collegamenti interni sono decisamente inferiori rispetto ad altre regioni. Il rapporto tra lo sviluppo della rete stradale provinciale e la superficie servita è del 24,6 per cento. La media nazionale invece è del 43,9 per cento, quasi il doppio. Significa che il territorio è coperto da una rete stradale molto più fitta, e gli abitanti sono agevolati nella mobilità».

Questo gap che impatto ha nella vita dei sardi?

«Significa che per chi apre qualsiasi attività i costi sono più alti. Questo soprattutto nelle zone interne, dove le imprese spendono di più per l’energia e i trasporti. Bisognerebbe potenziare i collegamenti interni con i porti e gli aeroporti per riallineare i costi e rendere le aziende competitive sul mercato. Ma i disagi li soffrono anche i cittadini, fortemente penalizzati in ogni spostamento, sia lavorativo che per la propria salute. Mi ha impressionato un dato su tutti: siamo messi peggio anche della Sicilia. Se si considera il valore dell’accessibilità, che si concentra sul rapporto distanza-tempo per accedere ai servizi, ogni sardo perde 8265 euro. La mancanza di infrastrutture invece penalizza un siciliano per 6931 euro. Senza poi considerare che noi siamo ben più distanti dalla “Penisola”, e i collegamenti incidono ulteriormente».

A questo punto 225 milioni sono briciole rispetto al fabbisogno reale?

«Potenziare la rete provinciale sarebbe già un ottimo punto di partenza. E spero di avere delle risposte positive su questa cifra già dalla prossima seduta della Commissione insularità. Purtroppo anche le strade statali sono insufficienti: il valore del rapporto tra lo sviluppo della rete statale e il territorio sardo è del 14,2%. Solo che da noi mancano le autostrade, che nelle altre regioni agevolano notevolmente la percorrenza. In Sardegna l’adeguamento e il potenziamento delle strade statali richiederebbe circa 5 miliardi di euro. Una cifra apparentemente elevata, ma che un paese come l’Italia, che fa parte del G7, potrebbe mettere in campo, se ci fosse la volontà politica».

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