La Nuova Sardegna

La tragedia

Morte Gioele Putzu, il banco vuoto a scuola: «“Giogiò” ti porteremo sempre nel cuore»

di Marco Bittau
Morte Gioele Putzu, il banco vuoto a scuola: «“Giogiò” ti porteremo sempre nel cuore»

La commozione delle insegnanti del bambino di Ozieri. Una docente: «Sento ancora la sua voce affettuosa»

15 settembre 2024
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Olbia Un banco vuoto nell’aula della 5ª classe della scuola elementare di San Simplicio, primo circolo didattico di Olbia. È quello di Gioele Putzu, lui non c’è più, angelo volato in cielo su un aquilone, e per i suoi compagni oggi è il giorno del dolore.

A sostenerli, alla ripresa delle lezioni dopo il tragico week end, ci saranno gli insegnanti, gli amministratori comunali e una equipe di supporto psicologico in arrivo da Cagliari. Non aveva ancora compiuto dieci anni Gioele, eppure la sua vita era già piena di interessi, passioni, sogni.

La palestra Kan judo Olbia del maestro Angelo Calvisi prima di tutto, ma anche le letture e i laboratori in biblioteca, il teatro per bambini. Suonava pure la chitarra nel coro della parrocchia di Sant’Ignazio da Laconi, nel quartiere Sa minda noa. E ancora le attività con gli Araldini, ordine francescano secolare, sempre all’ombra della parrocchia della parte alta di viale Aldo Moro. «Mi sembra di sentire la sua voce – dice in lacrime Vanna Sanciu, sino all’anno scorso insegnante d’inglese nella classe di Gioele –. Lo chiamavo affettuosamente Giogiò e lui mi salutava affettuosamente Ciao mae’...».

Appassionata di cultura e poesia sarda, Vanna Sanciu ha ideato e realizzato laboratori teatrali e poetici in limba con i propri alunni e Giole era sempre in prima fila. «Nell’ultimo saggio di fine anno – racconta avevamo portato in scena i versi tratti dal libro “Contos chena tempus” di Pinuccio Canu. Avevamo ripreso in sardo la fiaba di Fedro “Il lupo e l’agnello” e Gioele interpretava il lupo. Era salito sulla cattedra e recitava in logudorese Cust’abba chi mi bufo paret brou/ li barat s’arga totu a cara cota./ Inoghe, inue ponzo murru, annota,/ est tota buluzada ’bau tou. Gli piaceva recitare e mai dimenticherò le sue parole».

«Gioele poi adorava la poesia – continua il racconto struggente dell’insegnante – l’anno scorso la classe 4ªA di San Simplicio partecipò al Premio Logudoro e lui presento due suoi componimenti: uno dedicato all’amato nonno di Ozieri, l’altro all’estate. Questo era Gioele, un bambino pieno di interessi, di amore, di gioia e di affetto per tutti». Intanto la pagina social di Ivan Putzu, il papà di Gioele, da ieri è un piccolo santuario. Un luogo del cuore e del dolore dove si postano foto, si appuntano pensieri e preghiere. Lui non dice una parola, travolto dal dolore, parlano le immagini. Lo stesso accade in tutte le bacheche social di amici, conoscenti, ma anche tanti sconosciuti colpiti e affondati dalla tragedia. I messaggi più toccanti sono quelli delle insegnanti di San Simplicio. «Ciao angioletto bello – si legge su un post –. Maestra Virgi ti porterà sempre nel cuoricino. Non dimenticherò mai quando entrando in classe la prima cosa che mi dicevi era Ciaooo maeee’, ma oggi cosa ci racconti?”…Tu e il tuo essere così pieno di forza ed energia, un uragano di felicità pronto a travolgere qualsiasi cosa. Ora lo dico io a te, non so quando ma prima o poi ci rivedremo per continuare le lezioni che tanto amavi…Ti voglio tanto bene».

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