La Nuova Sardegna

I dati Inps

In Sardegna pensioni più basse del 17% rispetto al resto d’Italia

In Sardegna pensioni più basse del 17% rispetto al resto d’Italia

L’assegno mensile è di 840 euro contro i 1007 euro della media nazionale

30 settembre 2024
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Cagliari Le pensioni sarde sono tra le più basse d’Italia. 17% in meno l’importo medio mensile rispetto alla media nazionale.  Lo dicono i dati Inps 2023.  In Sardegna è di 840 euro la media della pensione contro i 1.007,64 che si percepiscono nel resto d’Italia. Gli importi medi per categoria nella nostra isola sono i seguenti: 1.225 euro per l’assegno di vecchiaia,  719 euro per quello di invalidità, 670 euro per i superstiti. L’importo medio delle pensioni assistenziali (assegni sociali e invalidità civile) è di 485 euro.

Numeri che non regalano grandi sorrisi a due giorni dalla festa nazionale che celebra i nonni, il 2 ottobre. 

Duro l’attacco del segretario Fnp Cisl Sardegna, Alberto Farina: «Ormai gli anziani devono confidare nel calendario e nelle ricorrenze nazionali e internazionali, civili e religiose, per sentire le istituzioni parlare/riparlare dei problemi degli over 65. In genere parole e promesse. Fatti pochi. I provvedimenti concreti, di solito, ignorano i cittadini con i capelli bianchi. Come fatto recentemente dal Governo nazionale che destina il “Bonus Natale 2024 - “una tantum” pari a 100 euro netti sulle buste paga, soldi esclusi dai fini fiscali Irpef da dare in aggiunta alla 13ma mensilità - a una parte dei lavoratori dipendenti (reddito lordo annuo non superiore ai 28mila euro, coniuge e figlio fiscalmente a carico, comprese famiglie monogenitoriali), ma non alla grande platea dei pensionati. Evidentemente il Governo considera gli anziani benestanti o invisibili. Purtroppo in Sardegna non è così». 

Farina sottolinea poi come al già poco roseo quadro della categoria si aggiungono altre difficoltà che quotidianamente vivono i pensionati sardi, soprattutto nel settore socio-assistenziale. «Un cittadino su cinque rinuncia a curarsi, la regione al primo posto in Italia per quanto riguarda le cosiddette “cure mancate”, assistenza domiciliare integrata ai minimi termini, medici di famiglia sempre più lontani e rari; povertà superiore di ben 8 punti al 14,8% della media nazionale; famiglie dei pensionati in grossa difficoltà, soprattutto le fasce più fragili ,che hanno avuto un peso dall’aumento dell’inflazione reale al supermercato superiore al 17% _ conclude Farina -.  La prima riforma nazionale dell’assistenza agli anziani, che avrebbe dovuto prevedere il riordino complessivo della materia come previsto dalla stessa legge delega del 2023, è stata ridimensionata dal decreto attuativo 2024, che non prevede le risorse aggiuntive di cui la riforma avrebbe bisogno, circa 5 miliardi euro/anno: una chimera per le casse statali».

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