Sammy Basso mai vittima ma custode del suo tempo: grazie del tuo amore per la vita
Il malato di progeria più anziano al mondo: aveva 28 anni, tutti spesi ad affrontare il suo destinato segnato con enorme coraggio e consapevole vivacità
Sammy Basso, prima ancora di essere un divulgatore, uno scrittore e un biologo molecolare, oltre che Cavaliere della Repubblica, è stato un ragazzo intimamente innamorato della vita. La sua morte, a ventotto anni – era il malato di progeria più anziano al mondo -, coglie l’Italia di sorpresa, uno stupore amarissimo, improvviso, che ci rimanda all’ineluttabilità di un destino segnato ma affrontato da sempre con un enorme coraggio e una consapevole vivacità. Non c’è stato un giorno, nella sua storia straordinaria – che dal Festival di Sanremo del 2015 è diventata patrimonio nazionale - in cui non abbia saputo cogliere il senso più profondo e più intero dello stare al mondo. Dall’età di due anni, la famiglia Basso ha scelto di voler trasformare un incubo in un’avventura, a prescindere dalla durata e dalle evoluzioni – o involuzioni - della loro storia. Fino all’ultimo, anche durante il recentissimo viaggio in Cina che ha documentato e condiviso, sfiorando il ventennale dalla fondazione dell’associazione italiana progeria, Basso ci ricorda con una genuinità essenziale, quasi fanciullesca, che l’unico vero modo per conoscere il significato del tempo è sapere, oltre che capire, che l’unico modo per sorridere è credere nella bellezza e nella felicità.
Il vivido lascito morale di Sammy resta un miracolo umano che è concesso soltanto a chi ha la capacità e l’amore di non riconoscersi mai come vittima ma sempre come custode unico del proprio tempo. Che va speso non bene, ma al meglio. Sentirlo raccontarsi restituiva una forma di gioia intera, purissima, libera da ogni forma di compassione o di pietà. Una sensazione di libertà e di potenza dei sogni, e lui ne ha esaudito tanti. Dai viaggi ai libri, dalla divulgazione alla conoscenza. Siamo stati fortunati ad averlo incontrato nel tempo che abitiamo. Perché persone come lui ci ricordano come amarlo, e quanto amarlo, a qualunque costo, nonostante tutto. Grazie infinite, Sammy, per il tuo amore per la vita. Non avrai amato invano.