La Nuova Sardegna

Rapporto Cittadinanzattiva

In Sardegna tre ore di attesa al pronto soccorso e sempre più cittadini rinunciano alle cure

di Serena Lullia
In Sardegna tre ore di attesa al pronto soccorso e sempre più cittadini rinunciano alle cure

Tutti i dati dell’indagine su emergenza-urgenza, segnalazioni, accesso ai servizi sanitari

22 ottobre 2024
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Sassari I pronto soccorso tallone d’Achille della sanità pubblica italiana. E in Sardegna, come in altre regioni del Sud, lo stato di salute dei servizi è più grave. Qualche dato per capire meglio. Oltre tre ore i tempi di attesa al Pronto soccorso nell’isola per pazienti registrati con codice verde. 162 minuti in Abruzzo. La media nazionale è 111 minuti per i codici bianchi e 147 per i codici verdi. L’8,4% dei sardi non raggiunge l’emergenza-urgenza entro mezzora. Cresce il numero di cittadini che rinuncia alle cure.

Il quadro emerge dall'indagine condotta dal III Rapporto civico sulla salute di Cittadinanzattiva presentato oggi, 22 ottobre, al ministero della Salute.

I numeri 4500 medici in meno e circa 10mila infermieri che mancano. «Per contro il trend di accesso dei cittadini ai pronto soccorso è di nuovo in aumento dopo il calo determinato dalla pandemia - prosegue l'indagine -. I cittadini del nord hanno effettuato sia nel 2019 sia nel 2023 maggiori accessi, in numeri assoluti, rispetto a quelli del centro sud. Ad effettuare un numero davvero elevato di accessi con codice bianco sono i cittadini del Veneto. Oltre alla Sardegna faticano a contenere i tempi di permanenza al Ps anche l'Abruzzo (162 minuti ) per i codici verdi, e sempre Abruzzo (126) e Friuli Venezia Giulia (128) per i codici bianchi».

Le segnalazioni  L’area particolarmente critica è quella dell’assistenza ospedaliera che quest'anno si classifica al terzo posto per percentuale di segnalazioni (13,3% delle 24.043 totali). In questo ambito le difficoltà maggiori, l’82,1%, si riscontrano nell’Emergenza-urgenza e nei pronto soccorso. In particolare i cittadini segnalano lunghe attese in chiamata prima di entrare in contatto con l'operatore, sovraffollamento nei pronto soccorso, lunghe ore d'attesa, disorganizzazione nella gestione delle priorità e carenza di personale».

Secondo Cittadinanzattiva «è evidente che la carenza di personale, il ritardo nell'impiego dei fondi del Pnrr e la pandemia appena conclusa, hanno ridotto quasi al "collasso” un settore già di per sé molto critico».

Rinuncia alle cure La Sardegna insieme alla Valle d’Aosta e alla provincia di Bolzano è in cima alla classifica delle regioni in cui cresce la percentuale di persone che rinuncia alle cure. Nel 2023 calano le prestazioni sanitarie, in media dell’8%. Ma in regioni come la Sardegna si registrano picchi del – 25%.  «Minimo lo scarto in Lombardia e in Toscana (-2%), seguite dall’Emilia Romagna (-3%), ma in ben 14 Regioni le percentuali superano la media nazionale con picchi di -25% in Sardegna, -27% e -28% in Valle d’Aosta e nella provincia di Bolzano. È soprattutto sul fronte delle prime visite che i sistemi regionali arrancano: queste sono diminuite mediamente del 10%»

I tempi dell’Emergenza-urgenza Il 5,8% della popolazione, circa 3,4 milioni di abitanti, non riesce a raggiungere un servizio di emergenza-urgenza entro mezzora. In questa percentuale rientrano i cittadini sardi. La situazione più critica riguarda la popolazione residente in aree interne della Basilicata (32,5%) seguita da quella della provincia di Bolzano (9,16%) e Sardegna (8,44%).

Case della comunità Secondo il rapporto di Cittadinanzattiva «con l'implementazione delle case della comunità, la percentuale di persone che continuerà a non poter raggiungere una struttura di pronto soccorso entro 30 minuti si prevede che diminuirà a 964 mila (1,6% popolazione)», conclude l'indagine.

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