L’isola nella morsa dalla siccità: Maccheronis in allarme rosso
Nell’invaso l’indice di riempimento è precipitato al 2 per cento. Secondo l’ultimo bollettino la situazione è drammatica quasi ovunque
Sassari Maccheronis, abbiamo un problema. L’ultimo aggiornamento del bollettino reso noto dalla direzione del distretto idrografico sullo stato degli invasi della Sardegna, dice che tra Bassa Gallura e Baronia non si registrano miglioramenti.
Nonostante gli sforzi nei razionamenti di acqua nei Comuni, la diga di Torpè è praticamente vuota. All’interno ha appena il 2% di acqua, ossia 0,57 milioni di metri cubi su una capacità autorizzata che supera i 20 milioni. E di questi, gran parte fangosa e non potabile.
Caso estremo La siccità prolungata e questo autunno inoltrato che sembra inizio primavera non aiutano. Per tutta l’estate, i sindaci coinvolti dalla carenza idrica – Siniscola, Budoni, San Teodoro, Torpè, Posada – a turno hanno fatto la danza della pioggia ma sembra che non sia stato sufficiente. Nell’invaso servito dal fiume Posada a settembre, quando l’allarme sembrava già estremo, risultavano esserci 1,52 milioni di metri cubi (pari a poco meno del 7%). Nell’aggiornamento del 31 ottobre il quadro è tragico. E pensare che a ottobre 2023, quando comunque il problema siccità era un tema, il Maccheronis era pieno al 28% con ben 6,38 milioni di metri cubi di acqua.
Attorno alla Baronia La situazione del serbatoio della Baronia è da bollino rosso in una porzione di isola dove invece, in controtendenza, si guarda all’inverno con più serenità. In piena Gallura, l’invaso Calamaiu a Luras è in pre-allerta, nel senso che i parametri sono sotto monitoraggio, ma non si rischiano i rubinetti a secco. La scorta è di 54 milioni di metri cubi di acqua, la percentuale di riempimento supera il 52%, la variazione da settembre a ottobre è stata appena di meno due punti percentuali. Un anno fa andava comunque meglio, con il livello al 69%. Servita dal fiume Cedrino, arriva al 31,8% la diga Pedra e Othoni di Dorgali in Ogliastra con 5 milioni di metri cubi.
Le difficoltà Ma i numeri sono esigui anche nel Sulcis Iglesiente. In particolare l’invaso di Punta Gennarta è da bollino rosso con il suo milione di metri cubi di acqua (10% del totale). Nel 2023 erano il doppio. La diga Medau Zirimilis a Siliqua è asciutta. Zero in ogni casella così come a settembre, e dodici mesi fa raggiungeva appena il 2%. Contesti diversi rispetto a quello dell’invaso della Baronia, che al momento preoccupa più di tutti. Cinque Comuni e relative frazioni, dopo un’estate in estrema difficoltà, stanno affrontando queste ultime settimane praticamente senza contare su un intero invaso di riferimento. Aiutandosi con chiusure delle condotte a giorni alternati, pozzi, autobotti e riserve private. Se nei centri c’è malumore, la vita delle campagne è ormai in agonia. Allevatori e agricoltori sono messi e alle strette.
Dighe piene Stando al bollettino regionale, non c’è da stare tranquilli da nessuna parte. Tolti quelli sopracitati, gli altri serbatoi sono considerati in stato di allerta, dove non c’è il rischio di rimanere a secco nel medio termine ma sono da gestire gli usi idrici. I contesti più virtuosi si osservano negli invasi riempiti dai primi due fiumi dell’isola, il Tirso e il Flumendosa. Nel primo caso, il lago Omodeo nel Barigadu invasa da solo 260 milioni di metri cubi al momento (erano 345 a ottobre 2023) e viaggia sopra il 60% della sua capacità massima. La diga di Nuraghe Arrubiu a Orroli, nel Cagliaritano, è il principale bacino del sud con 130 milioni di metri cubi di acqua e un riempimento pari al 49,5%.
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