La Nuova Sardegna

La tragedia

Vigili investiti a Roma, il guidatore ubriaco è un carabiniere sardo


	Nel riquadro Daniele Virgili, uno degli agenti investiti
Nel riquadro Daniele Virgili, uno degli agenti investiti

Il militare era libero dal servizio e si trovava alla guida della sua autovettura privata. È risultato positivo all’alcol test con un valore di 1,90, quasi quattro volte più alto del limite consentito

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Roma «Sto morendo, sei stato un fratello fantastico». Sono le ultime parole pronunciate al telefono prima di svenire da Daniele Virgili, l’agente della polizia locale di Roma Capitale investito da una macchina, mentre stava rilevando un incidente stradale lungo via Tiburtina all'altezza del ponte del Grande Raccordo Anulare. L’operatore della municipale, di soli 25 anni e neo assunto dopo aver superato a pieni voti il recente maxi concorso bandito dal comune di Roma, ha subìto l’amputazione della gamba sinistra mentre i medici del San Camillo hanno ricostruito parte di quella destra.

L’uomo che lo ha ha travolto, insieme ad altre due colleghe, è un carabiniere di 30 anni di origini sarde, che libero dal servizio era alla guida della sua autovettura privata, ed è risultato positivo all’alcol test con un valore di 1,90 di alcol nel sangue. La polizia stradale della sezione di Roma lo ha denunciato alla Procura per guida in stato d’ebbrezza e lesioni gravissime. Accuse dalle quali il militare, in servizio al Ros, dovrà difendersi. Le altre due colleghe dell’agente ferito hanno riportato la rottura delle ossa del malleolo, mentre l’altra ha subito un forte shock.

Poco dopo la tragedia, il sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri e il comandante generale della polizia municipale, Mario De Sclavis, si sono precipitati al pronto soccorso del San Camillo, per verificare le gravi condizioni di salute di Virgili. Straziante il racconto del padre del giovane agente: «Un ragazzo semplicissimo, ha sempre studiato, ha cominciato con il diploma da cuoco, ma poi si è messo a fare il concorso nella polizia locale. È entrato con buoni vuoti, per lui c’erano solo studio e lavoro e adesso è stato distrutto da una persona alcolizzata che non li ha visti. Era ligio al dovere, devoto, non sopportava questa gente e proprio da questa gente è stato colpito».

Con la voce rotta dal pianto, Riccardo Virgili, fratello del vigile travolto ha spiegato quei momenti concitati. «Mi ha chiamato subito dicendomi che stava morendo e che sarei dovuto andare lì. Mi ha detto "ti voglio bene, per me sei stato un ottimo fratello ma sto morendo. Non vedo più e non ho più le gambe”. Il sindaco, il comandante del corpo della polizia locale, sono persone fantastiche, una grande famiglia. Ho chiesto a tutti di fare chiarezza e che questa persona paghi. Voglio che venga fatta giustizia perché mio fratello ha studiato tanto per fare quel lavoro. Noi vogliamo solo che torni a casa e chiediamo che rimangano tutti al fianco di mio fratello e della mia famiglia. Ringrazio le persone che hanno raccolto il sangue e faccio un appello: vorrei che i testimoni e chi ha dato primo soccorso si faccia avanti». Un nutrito gruppo di agenti della municipale hanno aderito all’appello per donare il sangue necessario per le trasfusioni.

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