La Nuova Sardegna

Istruzione

Giuseppe Valditara agli studenti: «Più tecnici e meno liceali, questo vuole il mercato»

di Silvia Sanna
Giuseppe Valditara agli studenti: «Più tecnici e meno liceali, questo vuole il mercato»

Lettera del ministro dell’Istruzione ai ragazzi e alle famiglie. «Nella scelta valutate il mismatch nel settore occupazionale»

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Sassari Una lettera ai genitori, con l’obiettivo di accompagnare i figli nella scelta del percorso scolastico migliore dopo la terza media. L’aveva annunciata pochi giorni fa e ieri il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara l’ha inviata: un testo lungo, inframmezzato da tabelle, dati, proiezioni. Una fotografia di ciò che il mercato del lavoro richiede in Italia e che al momento non trova. Cioè diplomati in istituti tecnici e professionali, per sostenere un tessuto imprenditoriale che altrimenti rischia di andare in affanno. Colpa di un mismatch tra domanda e offerta che trova origine, secondo il ministro, proprio nel percorso formativo scelto dalla maggior parte degli studenti alla conclusione delle Medie: soprattutto in alcune regioni (tra cui la Sardegna) la preferenza va ai Licei rispetto agli istituti Tecnici e-o professionali. Il mercato del lavoro, invece va in direzione opposta: «È per questo – scrive Valditara ai genitori – che desidero aggiornarvi su dati che possono essere utili per accompagnare le vostre figlie e i vostri figli in questo passaggio». In una scelta che il ministro definisce «ragionata, in linea con le propensioni e le potenzialità di ogni studente» ma fatta con la prospettiva di trovare in tempi rapidi una occupazione soddisfacente.

I dati Secondo le stime riportate nella lettera, nel quadriennio 2024-2028 le imprese richiederanno tra 1,7 e 1,9 milioni di lavoratori con diploma di scuola superiore, con una media annua di 343-390mila unità. Per i diplomati liceali, i posti di lavoro previsti saranno tra 25mila e 30mila all’anno, concentrati in particolare su giovani provenienti da licei classici, scientifici e delle scienze umane. I diplomi liceali sono generalmente meno appetibili sul mercato del lavoro senza una prosecuzione degli studi all’Università. Per i diplomati tecnici e professionali, invece, le aziende richiederanno ogni anno tra 182mila e 207mila unità, a fronte di circa 156mila disponibili. Questa situazione produrrà una carenza annua stimata tra 26mila e 51mila addetti, con effetti su quasi tutti gli indirizzi formativi. Le lacune più evidenti riguarderanno i settori di amministrazione, finanza e marketing (7-12mila unità), meccanica, meccatronica ed energia (8-10mila unità) e il settore sociosanitario (6-8mila unità). Una voragine da riempire, secondo il ministro, attraverso una scelta consapevole e la conoscenza di quello che c’è fuori, dopo la scuola.

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