L’omaggio degli emigrati sardi in Brianza a Enrico Berlinguer
«Un grande, ricordo ancora quando lo incontrai a Milano nel 1972». Il Circolo “Sardegna” celebra anche Tore Patatu
Vimercate “Enrico Berlinguer e la Sardegna”: è il titolo della mostra inaugurata ieri mattina, domenica 1 dicembre 2024, dal Circolo culturale “Sardegna” di Monza, Concorezzo e Vimercate nei locali della biblioteca di quest’ultima città. «Un omaggio a un grande personaggio della nostra terra e dell’Italia tutta a 40 anni dalla sua scomparsa» sottolinea Salvatore Carta, oristanese da una vita in Lombardia, presidente del sodalizio degli emigrati. «Un’occasione – aggiunge – per ricordare anche il compagno professor Tore Patatu, grande protagonista della tutela e diffusione della lingua sarda».
L’esposizione di foto e altro materiale iconografico è stata aperta con un breve convegno nel quale Carta ha ricordato «i bei momenti di quando ho incontrato Enrico Berlinguer al Paladino di Milano nel 1972... ero stato designato al servizio d’ordine alla sbarra del parcheggio per i Vip. Il responsabile del Partito in Brianza, Zucca, mi disse “Ti raccomando Salvatore, possono entrare solo le auto con il contrassegno “P” del partito. Cosa che feci diligentemente e orgogliosamente facendo passare centinaia di Vip con la “P”. A un certo punto, verso le 10, arrivano tre macchinoni blu, ma senza la “P”. E io la sbarra non la alzavo. Tra le proteste, arriva Zucca e mi dice “Alza subito la sbarra Salvatore, quelle sono le tre auto del presidente del Consiglio dei ministri Spadolini. Dopo una mezz’oretta arriva uno con una 500 tutta scassata, senza la “P”, che non ho fatto entrare. Il tipo parcheggia in una aiuola poco lontano... era Mario Capanna. Finito il congresso, con un grande discorso, tra gli applausi a non finire, tutti volevano salutare Berlinguer, tra gli altri una delegazione di sardi e uno particolarmente intraprendente gli si avvicina, lo abbraccia e gli dice... “Enrico mi puoi aiutare? Ho bisogno di una casa a Sassari”. Berlinguer, tutto sorridente, gli risponde allungandogli la mano: “Compagno, non ho una casa da darti, ma posso darti questa mansarda... Questo, non capendo, gli stringe la mano e gli dice... “Sì, grazie Enrico, accetto anche la mansarda… in casa sono tutti bassi come me”. E tutti giù a ridere».
Nella fase organizzativa della mostra e del convegno, i soci del Circolo “Sardegna” avevano contattato Salvatore noto Tore Patatu, già sindaco di Chiaramonti per cinque anni e guardia del corpo di Berlinguer a Stintino dal 1972 al 1974. Patatu, grande paladino della lingua sarda, purtroppo scomparso a febbraio scorso, avrebbe dovuto presentare il suo libro “Semplicemente Enrico Berlinguer e il compagno Patatu. Le estati stintinesi. Mare, amici, confidenze e poca politica” (edizioni Edes, 2022). Assieme a Salvatore Carta, hanno preso parola Savino Bosisio, presidente dell’Anpi di Vimercate; Mariano Pelliccia, di Buggerru, segretario del Circolo “Sardegna”; Maria Aresti, di Samassi, socia collaboratrice. Gianraimondo Farina, di Anela, docente all’Università Cattolica di Milano, impossibilitato ad essere presente, ha inviato una relazione dettagliata.
La mostra “Enrico Berlinguer e la Sardegna” resterà aperta al pubblico fino al 14 dicembre 2024.