La presidente Todde celebra Berlinguer: «Uomo fedele ai propri valori»
Il 12 dicembre a Sassari l’evento organizzato dalla Regione con media partner il Gruppo Sae, la Nuova Sardegna e Sardinia post
Sassari Dell’attualità del pensiero di Enrico Berlinguer se ne parla forse più oggi di quando, 40 anni fa, all’improvviso ha lasciato orfano il popolo della sinistra. Erano gli anni dello scontro delle due sinistre, il Psi di Craxi e appunto il Pci di Berlinguer. Ai tempi si narrava il modernismo contro il conservatorismo. Ma rileggendo oggi il pensiero, le idee del segretario comunista ci si rende conto quanto fosse superficiale quella lettura. Dal compromesso storico alla questione morale, dal ruolo delle donne alle politiche sociali e ambientali, fino al rapporto con l’Urss, Berlinguer è stato un pilastro della politica italiana, e non solo.
Ed è proprio per questo motivo che, in occasione del quarantennale della sua morte, la Regione con media partner il Gruppo Sae, la Nuova Sardegna e Sardinia post, ha voluto promuovere una due giorni di eventi che, dopo Cagliari, ora fa tappa a Sassari, la città natale del leader Pci. «Dalla figura di Berlinguer emerge un insegnamento prezioso: la capacità di essere fedeli ai propri valori, unendo coerenza e onestà intellettuale alla disponibilità di rivedere le proprie idee quando il contesto lo richiede – dichiara Alessandra Todde, presidente della Regione –. La sua integrità, mai settaria, la capacità di mettersi in discussione, senza perdere autorevolezza, la semplicità con cui viveva un sistema di valori che permeava tanto la politica quanto la vita quotidiana, ripropongono alla nostra attenzione un modello di leadership capace di affrontare con coraggio anche le questioni più scomode. Un messaggio quanto mai attuale, che invita a riflettere su come i valori, la coerenza e il coraggio possano essere strumenti essenziali per affrontare le complessità del presente e costruire un futuro più giusto e consapevole».
L’appuntamento con “La lezione della storia - 40 anni senza Berlinguer” è per giovedì 12 a Sassari all’auditorium provinciale di via Montegrappa 2. Alle 17 il primo incontro-dibattito moderato da Luciano Tancredi, direttore di Sardinia Post. A confronto su “Politica e informazione: 40 anni di quotidiano” saranno Giovanna Botteri e Maurizio Mannoni e Barbara Floridia, presidente commissione di Vigilanza della Rai.
Alle 17.45 sarà il turno di Lucia Annunziata, che parlerà della “Fuga dall’orso sovietico”. Alle 18 si cambia argomento e si passa al compromesso storico. “Rossi e bianchi”: l’incontro mancato” che avrà per protagonista l’ex ministro Beppe Pisanu, ai tempi era capo della segreteria della Dc. Alle 18.30 sul palco dell’auditorium salirà l’ex premier Massimo D’Alema, che, in dialogo con il direttore della Nuova Giacomo Bedeschi, parlerà del suo forte legame con Berlinguer in “Io ed Enrico, una vita nel Pci”. Sempre D’Alema, con la presidente della Regione Alessandra Todde, sarà protagonista delle conclusioni.
Ad aprire la serata alle 17 sarà il sindaco Giuseppe Mascia, orgoglioso di ospitare l’evento dedicato a uno dei figli illustri della sua città. «Berlinguer ha visto prima di altri i tanti problemi che oggi noi vediamo – dice –. Nella crisi internazionale, nei temi della cooperazione, nello schiacciamento che il sistema europeo sta subendo. Oggi il ruolo dell’Europa è sempre più marginale e non riesce ad avere voce su nessuna delle questioni vere. Berlinguer è stato il primo nel 1977 all’Eliseo a parlare di austerità: consumare meno, ovvero consumare meglio, perché una società tesa a un consumismo sfrenato avrebbe schiacciato i suoi competitor come accade oggi». C’è poi l’aspetto sassarese, anche se il sindaco più che pensare al passato preferisce proiettarsi verso il futuro. «Berlinguer era un sassarese, ma la sua figura è uscita dal perimetro cittadino, lui ha lavorato pensando a un contesto internazionale. È giusto che questo evento passi per Sassari, perché abbiamo bisogno di riprendere a ragionare con profili alti. Mi auguro che questo tipo di attività possano continuare con chi studia, i giovani delle superiori e dell’università. Farlo tra dirigenti di partito avrebbe poco senso».