La Nuova Sardegna

Il brevetto

La passione per lo spazio e i test a meno 47 gradi in Lapponia

La passione per lo spazio e i test a meno 47 gradi in Lapponia

Dall’incontro con Proto Pippia agli studi su alga spirulina e ossigeno su Marte

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Sassari Due mondi diversi, distanti anni luce. Antonella Pantaleo voleva fare Filosofia, Biologia per lei è stato un rifugio. Lo studio per combattere la malaria l’ha appassionata e l’obiettivo di salvare la vita a tanti bambini l’ha convinta che quella era la sua missione, un progetto di vita appunto. Ma l’altro suo campo di ricerca è la Biologia spaziale. Il 12 partirà in India, su invito dell’ambasciata italiana, per prendere parte a un incontro internazionale sul tema dello spazio. La storia dei viaggi su Marte l’ha vista tra i protagonisti insieme al distretto aerospaziale sardo guidato dal professor Giacomo Cao (nel progetto anche l’università di Cagliari e la Tolo Green). E lì la professoressa Antonella Pantaleo ha voluto seguire le orme del suo maestro Proto Pippia, scomparso nel 2016, pioniere in Italia della biologia spaziale. Entrambi di Porto Torres i due ricercatori avevano sviluppato una collaborazione ricca di scoperte interessanti e una grande amicizia.

«Nel 2012 con lui avevo partecipato a una spedizione in Lapponia, nella base di Esrange a Kiruna, dove era stato simulato a tutti gli effetti un viaggio spaziale, con condizioni estreme a -47 gradi. Abbiamo studiato la trasduzione del segnale dei linfociti T primari umani in gravità alterata utilizzando un razzo sonda». E a Sassari la professoressa Pantaleo ha messo a punto un brevetto spaziale attraverso un apparecchio - il clinostato - che consente di replicare l’ambiente spaziale: cioè assenza di gravità e massiccia presenza di anidride carbonica. « In queste condizioni così severe – afferma Antonella Pantaleo – è emerso che la spirulina (un’alga coltivata con sistema biologico anche in Sardegna), vive, resiste e cresce».

Spiegato in termini semplici, significa che la spirulina può diventare una risorsa preziosa perché in un ambiente carico di CO2 riesce a produrre ossigeno. Il brevetto ideato a Sassari dal team guidato dalla professoressa Pantaleo in collaborazione con il Distretto aerospaziale e l’università di Cagliari potrebbe consentire agli astronauti che arrivano su Marte di respirare e nutrirsi nonostante le condizioni estreme dell’ambiente spaziale. «No, non mi sento un genio – conclude – sono solo una semplice docente, una ricercatrice che ama il suo lavoro». (g.baz.)

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