Sardegna deposito di scorie nucleari, no della Regione: ecco i cinque motivi
Riunione urgente dell’assessora all’Ambiente con i sindaci dei territori individuati come idonei
Cagliari La Sardegna non può diventare pattumiera di scorie radioattive. La Regione gioca d’anticipo e in un documento mette nero su bianco le motivazioni per cui l’isola deve essere esclusa dai territori italiani che possono ospitare i rifiuti speciali.
L’assessore regionale all’Ambiente, Rosanna Laconi, ha convocato una riunione d’urgenza e ha messo intorno a un tavolo i 16 sindaci delle aree individuate come potenziali sedi del deposito nucleare. Con loro anche i rappresentanti delle Direzioni generali degli assessorati competenti e degli enti e agenzie regionali coinvolti.
Perché l’urgenza La Regione deve inserire tutte le informazioni per sostenere il no nel rapporto ambientale. Il documento, all’interno della procedura di Vas, Valutazione ambientale strategica, dovrà accompagnare la proposta della Carta nazionale delle Aree Idonee, ossia la mappa dei territorio in cui ospitare rifiuti radioattivi. «Ho agito con tempestività affinché emergesse chiaramente la condivisione del sentimento unanime di opposizione all’ipotesi di ospitare il deposito delle scorie nucleari in Sardegna», ha dichiarato l'assessora Rosanna Laconi, sottolineando l'urgenza di una risposta coordinata e compatta.
Aree B e Aree A Le aree della Sardegna individuate dallo Stato come potenzialmente idonee sono di fascia B, quindi meno adatte rispetto ad altre di fascia A1 e A2 nel resto della penisola, con caratteristiche di gran lunga migliori. La Regione ritiene però che la Sardegna debba essere esclusa sin da questa fase del processo decisionale da qualsiasi ipotesi di localizzazione.
No rinforzato Il consiglio regionale nel 2021, l’ordine del giorno approvato dal consiglio regionale a dicembre 2024 e ancora prima il referendum del 2011, rafforzano ulteriormente la posizione granitica della Sardegna. «Questa battaglia - ha ribadito l’assessora Laconi - è un punto fermo del nostro impegno a tutela dell'ambiente, della sicurezza e del benessere delle comunità locali. Rappresentiamo il sentimento unanime dei cittadini sardi, già espresso nel referendum del 2011, con il 97% dei votanti contrari a qualsiasi installazione nucleare sull'Isola»
Nel documento – elaborato a partire dalle osservazioni redatte dal Comitato tecnico scientifico regionale costituito nel 2021 e che dovrà essere integrato da sindaci ed enti coinvolti – sono indicate le motivazioni del no alle scorie nucleari.
1.Trasporto marittimo Essere un’isola comporta complessità logistiche aggiuntive. Tra queste la necessità di adeguare i porti per garantire la sicurezza del trasporto, con rischi elevati per l'ambiente marino e costiero.
2. Infrastrutture insufficienti Strade e ferrovie non sono adeguate al trasporto di materiali radioattivi su gomma o binari.
3. Valori ambientali e culturali Le aree coinvolte sono caratterizzate da una ricca biodiversità e da un patrimonio archeologico e paesaggistico di valore inestimabile, che verrebbero gravemente compromessi.
4. Rischi idrogeologici La presenza di invasi interconnessi per l'approvvigionamento idrico rende il territorio particolarmente vulnerabile a eventuali incidenti, con il rischio di contaminazione dell'intero sistema idrico regionale in caso di incidenti.
5. Produzioni agricole di eccellenza: le aree individuate per il deposito si trovano all’interno di ambiti territoriali che comprendono estese zone destinate a produzioni DOP/IGP di rilevanza economica e identitaria per la Sardegna.