Deposito scorie nucleari, ecco cosa sappiamo e quali sono le aree idonee in Sardegna
Il sito sarà scelto entro il 2029, la struttura entrerà in funzione entro i 10 anni successivi
Deposito scorie nucleari, quale è la situazione? Se tutte le fase procedurali andranno a buon fine il deposito dovrebbe entrare in servizio entro il 2039 ma l’autorizzazione dovrà arrivare entro il 2029. Di recente il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha chiarito che «la gestione sicura dei rifiuti radioattivi è un obbligo che l’Italia ha non soltanto nei confronti dell’Unione Europea ma soprattutto nei confronti dei propri cittadini di oggi e delle generazioni future»
La normativa impone di riunire in unico sito tutti i rifiuti radioattivi presenti in Itali. «Questo permetterà - ha spiegato Pichetto - non soltanto di smaltire definitivamente in sicurezza i rifiuti a bassa e bassissima attività, ma anche di ottimizzare lo stoccaggio in sicurezza dei rifiuti ad alta attività, in attesa di trovare una soluzione definitiva a livello geologico per il loro smaltimento». L’assenza di una procedura di smaltimento definitivo in un deposito geologico ha portato la Commissione Europea ad avviare una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia.
Per scegliere il sito che accoglierà il deposito, la base di partenza è la mappa delle aree idonee elaborata da Cnai frutto di una analisi compiuta da Sogin, la controllata pubblica che ha come mission lo smantellamento degli impianti nucleari italiani e a gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi.
Le aree idonee individuate sono 51, di queste 8 si trovano in Sardegna. Due si trovano nell’Oristanese e sei nel Sud Sardegna: i Comuni sardi coinvolti Albagiara, Usellus, Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Villamar, Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna, Nurri, Ortacesus e Guasila. Le altre aree sono 10 in Basilicata (da Montalbano Ionico a Genzano di Lucania), 4 tra Puglia e Basilicata, 1 in Puglia, 21 nel Lazio (concentrate nella provincia di Viterbo), 5 in Piemonte (tutte nella provincia di Alessandria) e 2 in Sicilia.