La Nuova Sardegna

Il caso

Nicoletta morta senza un perché: «Manca il referto dell’autopsia»

di Luca Urgu
Nicoletta morta senza un perché: «Manca il referto dell’autopsia»

La 24enne di Orgosolo deceduta a Cagliari dopo le dimissioni dal pronto soccorso. Parla l’avvocato: «In ospedale gestione pessima e negligente, lo dimostreremo»

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Orgosolo Rimane una morte misteriosa, quella di Nicoletta Manconi, la studentessa di Medicina di 24 anni di Orgosolo. Ad oltre un anno dal decesso avvenuto il 25 settembre del 2023 nell’appartamento dove la ragazza viveva a Cagliari, non si conosce il perché. Una delle tante stranezze di questa vicenda tragica che ha strappato alla famiglia una ragazza piena di vita e di sogni, è il fatto che ancora non si conoscano gli esiti dell’autopsia disposta dalla Procura pochi giorni dopo la morte.

Risposte che non dovrebbero essere complesse e che di norma arrivano in sei-otto mesi. Questa volta non sta andando così, non sono bastati 15 mesi per mettere nero su bianco le risultanze di quell’esame autoptico compiuto dal medico legale. Cruciali per l’esito dell’inchiesta, che al momento conta un solo indagato, il medico del Santissima Trinità in quel momento in servizio al pronto soccorso dell’ospedale del quartiere di Is Mirrionis. La famiglia della ragazza pretende giustizia e quelle risposte che tardano ad arrivare. Per fare luce su una vicenda con ancora troppi punti oscuri, i Manconi sono assistiti dall’avvocato Mauro Intagliata (con studio a Reggio Emilia e Nuoro). E si attendono riscontri da un’inchiesta che in queste settimane ha avuto un’attesa accelerata: «Abbiamo deciso di depositare una memoria difensiva che rimarcasse alcuni passaggi preoccupanti nella gestione della paziente, questo ha provocato un cambio di tempistica da parte della Procura che ha sostituito il pubblico ministero titolare della prima parte dell’inchiesta – sottolinea l’avvocato Intagliata, che ribadisce il concetto con ancora più forza –. Sono stati incaricati due nuovi medici specialisti per arrivare alla conclusione della perizia autoptica che è l’atto di indagine più importante». Purtroppo oggi nessuno potrà restituire la figlia ai due genitori di Orgosolo, ma almeno conoscere nei dettagli cosa è accaduto quella maledetta giornata di fine settembre, quando la ragazza si è sentita male forse per un’intossicazione alimentare, ma siamo sempre nel campo delle ipotesi, e una volta allertati i paramedici con un’ambulanza è arrivata al Pronto soccorso dell’ospedale Santissima trinità.

Lì le è stato diagnosticato un codice giallo ed è stata dimessa con lo stesso triage per una “gastrite acuta”, malgrado la studentessa non smettesse di vomitare e accusasse forti dolori. «La gestione della paziente è stata pessima. Gli esami emogas effettuati all’ingresso dimostravano una gravissima situazione della salute della ragazza, che andava immediatamente ricoverata per analisi più approfondite – continua il legale –. Purtroppo non è stato così e la gestione imprudente, negligente e imperita del medico del pronto soccorso ha contribuito a creare questa gravissima situazione degenerata con il decesso della ragazza. Una morte che si poteva evitare. E su questo fronte, preciso che ci stiamo impegnando a dimostrarlo supportati da dati oggettivi e scientifici».

Poi l’avvocato Mauro Intagliata aggiunge: «Troppa negligenza e superficialità nell’operato dei sanitari sia in fase diagnostica che terapeutica. Non ci spieghiamo come mai non sia stato mai eseguito un esame ecografico che avrebbe consentito la visualizzazione del quadro addominale soprattutto alla luce dei parametri di laboratori ottenuti, che erano continuo a dire in gran parte alterati».

La memoria difensiva si conclude con una frase che appare una sentenza: «Sono rilevabili censure in tutti i momenti della degenza in Pronto soccorso, della accettazione in triage, alla raccolta dei dati anamnestici, alla esecuzione dell’esame obiettivo fino alla somministrazione della terapia. La formulazione della diagnosi non è supportata da dati clinico strumentali e specialistici con conclusione di ingiustificata precoce dimissione».

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