Riecco la scabbia, Sergio Babudieri: «In carcere c’è da sempre»
L’infettivologo: «I no vax non vaccinano i bimbi? Ricompare il morbillo»
Sassari Le chiamano malattie neglette, perché non se ne parla quasi mai, le case farmaceutiche le ignorano, la geolocalizzazione è nei paesi poveri, e l’immaginario collettivo le colloca in un cantuccio dell’archeologia sanitaria. Invece la scabbia, giusto per fare un esempio di strettissima attualità, è tutt’altro che estinta.
«Presto servizio all’interno del carcere di Bancali – spiega Sergio Babudieri, direttore della struttura complessa Clinica Malattie Infettive e Tropicali della Aou di Sassari – e negli istituti penitenziari ci sono sempre stati casi di scabbia. Diciamo che micosi, pediculosi e parassitosi cutanee le ritroviamo più facilmente di quel che si immagina nelle fasce disagiate. Parliamo di animaletti che proliferano negli interstizi corporei quando non ci si lava abbastanza. La miglior cura per la scabbia è l’igiene. Non esiste una pastiglia che l’assumi e ti fa guarire. I parassiti si combattono con le docce e con trattamenti cutanei a base di pomate».
Alcuni giorni fa l’allarme scabbia nell’istituto comprensivo di via Era a Li Punti a Sassari. Ma in Sardegna non è una novità. A Cagliari, sono stati segnalati diversi episodi di scabbia nelle scuole. Ad esempio, nel novembre 2022, la sede centrale del Liceo Artistico Foiso Fois è stata chiusa. E nell'ottobre 2021, si sono verificati contagi in altri istituti cittadini, con lo stop temporaneo delle lezioni per consentire la sanificazione dei locali. «Oltre alle malattie delle fasce più deboli – prosegue il professor Babudieri – ci sono quelle emergenti, legati al cambiamento climatico e all’innalzamento delle temperature. Una per tutte è la Schistosomiasi (nota anche come una delle malattie del viaggiatore), che è stata riscontrata in Corsica. Tuttavia sono convinto che sia presente anche in Sardegna. Si tratta di parassiti, in questo caso dei minuscoli vermetti, con i quali si entra in contatto quando si fa il bagno. Basta che una persona infetta faccia la pipì in un lago, l’acqua abbia una temperatura attorno ai 40 gradi, e come nei paesi tropicali i parassiti sopravvivono e proliferano. Se qualcuno si immerge nello stesso laghetto, potrebbe essere attaccato dai parassiti che penetrano prima nella cute e poi entrano in circolo nel sangue. Il problema, alle nostre latitudini, è diagnosticare subito la Schistosomiasi, perché la casistica è molto rara».
Il circoletto rosso, invece, riguarda le malattie esantematiche, come ad esempio il morbillo o la varicella. «Sono tipiche dell'infanzia – dice Babudieri – e qui torniamo al discorso dei vaccini che purtroppo molti genitori no vax scelgono di non fare. Risultato? Una malattia ormai sotto controllo come il mMorbillo ha ripreso a circolare e oggi arriva a contagiare anche molti adulti, nei quali la sintomatologia è molto più seria rispetto ai bambini o agli adolescenti. Da poco ho parlato con il direttore delle Malattie Infettive del Gemelli a Roma, che mi raccontava di alcuni focolai che hanno interessato ambienti di lavoro, con persone contagiate con oltre 50 anni. Da piccoli avevano fatto il vaccino, ma ora la copertura non è più così efficace. Ecco perché è fondamentale che ci si protegga con il vaccino quadrivalente (morbillo, rosolia, parotite, varicella), perché è una precauzione non solo verso i bambini, ma anche verso chi ci circonda. Voglio anche ricordare che a distanza di anni in alcuni pazienti la varicella si riattiva sotto forma di fuoco di sant’Antonio. Una patologia non solo dolorosa, ma anche pericolosa negli anziani per le complicanze neurologiche che può innescare, soprattutto se non trattata subito con i giusti farmaci».