Salva-Casa in Sardegna, il testo di recepimento è quasi pronto
La maggioranza sta per varare un progetto di legge che dovrebbe approdare in commissione a breve
Sassari Il recepimento del Salva-Casa di Salvini in Sardegna è a un passo dall’arrivare in consiglio regionale. Attorno alle novità, varate dal parlamento nel mese di luglio del 2024 dopo la conversione in legge del decreto proposta dal ministro leghista, è nata una polemica a distanza tra opposizione e maggioranza che è culminata con un’interrogazione dei consiglieri regionali Emanuele Cera, Fausto Piga e Gianluigi Rubiu all’assessore regionale all’Urbanistica Francesco Spanedda.
Proprio nella replica all’interrogazione, arrivata nei giorni scorsi, l’assessore si spiega che gli uffici sono al lavoro per portare il testo di recepimento in Consiglio. Si tratta quindi di un progetto di legge, per il quale esiste già un testo di massima che però ha necessità di alcune limature da parte della maggioranza. Il testo è ovviamente blindato, ma è ragionevole aspettarsi che non sarà un copia-incolla delle norme statali. Ci sono infatti delle parti che la Sardegna avrebbe facoltà di non recepire, sia per semplice scelta politica da parte della maggioranza sia perché in certi casi le norme già in vigore nell’isola – anche nel Piano Casa – sarebbero più permissive di quelle contenute nel Salva-Casa nazionale.
Sono infatti molti i punti di contatto tra le norme del Piano Casa sardo e alcune norme introdotte a Roma col Salva-Casa di Salvini. Una delle novità più dirompenti dell’impronta leghista riguarda la rivoluzione delle altezze e degli spazi utili per richiedere l’agibilità: i 2,70 metri di altezza minima sono rimasti un baluardo per decenni, e ora il Salva-Casa ha abbassato l’asticella a 2,40. Anche la metratura dei locali è stata ritoccata a ribasso. E in maggioranza, come anche da dichiarazioni pubbliche dello stesso assessore Spanedda, questa parte di “liberalizzazione” non è vista di buon occhio. Non resta quindi che attendere l’arrivo del testo in commissione per capire quale sarà la linea della maggioranza che sostiene la governatrice Alessandra Todde.
Inoltre, il Salva-Casa apporta una rivoluzione sulla cosiddetta doppia conformità per gli abusi minori, oltre a una nuova logica sulle soglie delle tolleranze edilizie. Su quest’ultimo punto, per esempio, l’isola ha già una sua disciplina meno permissiva di quella del Salva-Casa nazionale ed è quindi necessario che si legiferi per decidere se “allargare” le tolleranze. Di contro, basterebbe non disporre nulla per lasciare le cose come stanno (sul punto potrebbe essere questo l’orientamento della maggioranza). Sono quindi molti i potenziali punti di scontro tra maggioranza e opposizione – soprattutto perché quest’ultima preme per un recepimento integrale del Salva-Casa – che potrebbero deflagrare una volta che il testo arriverà in commissione.
Nel frattempo, il collegio dei geometri di Sassari, guidato da Vanni Sanna, già lo scorso mese di dicembre ha inviato una lunga e articolata lettera ai sindaci della Sardegna, alla Regione e agli enti e attori coinvolti – con tanto di dispensa di illustri giuristi del Tar Sardegna allegata – per rimarcare che il recepimento del Salva-Casa è stato in realtà automatico. «Noi diciamo agli uffici tecnici e ai sindaci sardi di applicare la norma perché è immediatamente applicabile in quanto legge di grande riforma economica e sociale. Chi non lo fa sta cagionando tre danni: uno al committente e all’economia della Sardegna; l’altro ai tecnici; e l’altro ancora agli stessi Comuni per danno erariale a causa dei mancati introiti di oneri e diritti di istruttoria».