Reparti pieni e poco personale, l’Arnas Brotzu verso il collasso
La direzione generale: «Subito tavoli tecnici con le Asl dell’isola»
Cagliari Reparti sovraffollati, carenza di personale sanitario, posti letto esauriti. E di conseguenza pazienti costretti spesso e ovviamente malvolentieri a sostare nei corridoi. Nei due presidi ospedalieri che compongono l’Arnas Brotzu di Cagliari (il San Michele e il Businco) la situazione sta rapidamente arrivando al limite della tollerabilità, con inevitabili ricadute negative sulla qualità dell’assistenza ai malati e sulla tenuta psicofisica di medici e infermieri, sottoposti quotidianamente a stress e frustrazioni. A denunciare le criticità della più grande azienda sanitaria della Sardegna (ci lavorano circa tremila persone) non sono soltanto le organizzazioni sindacali, che parlano di Unità operative letteralmente al collasso, ma anche la direttrice generale Agnese Foddis, la quale nei giorni scorsi ha preso carta e penna per formulare all’assessorato regionale alla Sanità una «richiesta d’intervento improcrastinabile».
L’appello Un grido di dolore nero su bianco che , sin dalle prime righe, chiama di fatto in causa l’assessore Armando Bartolazzi. «L’azienda – è scritto nell’incipit della lettera – continua a gestire in totale solitudine i rischiosi riflessi della cronica carenza di un’assistenza inadeguata nel territorio». Tradotto: se gli ospedali più piccoli dell’isola non sono più in grado di garantire le cure, è inevitabile che i loro pazienti si riversino al Brotzu causando il sovraffollamento. «Una condizione nota a tutti – spiegano dalla direzione generale dell’Arnas – e che ogni giorno si riverbera sulla nostra azienda, costretta a far fronte a un abnorme carico di lavoro, nettamente sproporzionato rispetto al personale medico ed infermieristico che vi presta servizio. Per non parlare del l’assenza di posti letto nonché di letti fisici, anche in questo caso non congrui rispetto al costante aumento dei flussi di pazienti che chiedono assistenza al San Michele».
Taglio missioni In risposta a questo problema, la direzione dell'Arnas sta valutando seriamente la possibilità di sospendere le attività dei propri medici nelle altre aziende sanitarie del territorio, con l’obiettivo di ridurre il carico di lavoro interno. «Nonostante le criticità presenti nei nostri reparti – sottolineano – i nostri professionisti si sono resi da tempo disponibili a prestare attività all’esterno attraverso le convenzioni stipulate con le aziende sanitarie, anche quelle più lontane come Lanusei e Nuoro».
Tavoli tecnici Per tentare nell’immediato di risolvere la situazione, o almeno di alleggerirne la gravità, la direttrice generale Agnese Foddis evidenzia la necessità di un dialogo coordinato tra le istituzioni sanitarie: «Abbiamo più volte sollecitato l’assessorato affinché istituisca tavoli tecnici tematici peri affrontare in modo coordinato e sistematico la realtà sanitaria isolana – conclude la dg –, riteniamo che un dialogo tra tutti gli attori coinvolti sia fondamentale per trovare soluzioni efficaci e tempestive. È proprio il mancato coinvolgimento delle aziende sanitarie territoriali nella ricerca di un percorso condiviso, ad aver contribuito a rendere non più sostenibile la situazione dell’Arnas».