Viaggio a Porto Cervo nell’eredità di Karim Aga Khan: «Senza di lui, non saremmo qui»
Bandiera a mezz’asta allo Yacht Club, il ricordo degli operai: «Siamo molto tristi». Marco Calatri architetto e titolare di Esmeralda: «Ha creato un gioiello dal nulla»
Inviato a Porto Cervo Il silenzio del letargo invernale è interrotto solo dal rumore metallico di una smerigliatrice. Al di là di un muro color rosa pastello si lavora senza grande fretta in attesa che arrivi l’estate. Per il resto, in questo borgo che così addormentato appare ancora più bello, non c’è praticamente nessuno. I gatti delle colonie feline superano di gran lunga il numero delle persone a passeggio tra vicoli e vetrine ora senza abiti né gioielli. Eppure lo si percepisce nell’aria tiepida del mattino che la giornata è quella del lutto collettivo.
La bandiera dello Yacht Club Costa Smeralda sventola a mezz’asta davanti ai moli vuoti. Poco più in là due operai si fermano invece ad osservare una foto del principe incorniciata dietro una vetrina con le luci ancora spente. «Cosa era per me? Posso solo dire che, se non fosse stato per lui, non sarei stato qua – dice uno dei pochi lavoratori della galassia smeraldina –. Ma nessuno sarebbe stato qua. L’Aga Khan ha cambiato la Sardegna, l’ha fatta conoscere nel mondo. Siamo colpiti, siamo tutti molto tristi».
Febbraio è appena cominciato e, storicamente, è questo il periodo più silenzioso per Porto Cervo. Ma dietro la porta del Consorzio Costa Smeralda non si smette mai di lavorare, neanche in pieno inverno. La giornata, però, non è di quelle qualunque. Ci si sente frastornati e in qualche modo travolti. Nessuno parla: per rispetto della famiglia, il cordoglio del Consorzio, insieme a quello di Smeralda Holding, arriva solo attraverso brevi note ufficiali.
L’aura del principe
Porto Cervo è la sua creatura. E per farla così bella Karim Aga Khan chiamò i migliori architetti di quei tempi là. Linee morbide senza deturpare il paradiso naturale. Sono passati più di sessant’anni e la sua ultima passeggiata da queste parti risale ormai a un po’ di tempo fa. Ma l’aura del principe non si è mai esaurita. Tutti conservano un ricordo, un aneddoto, anche solo un sentito dire. Ma è soprattutto chi Porto Cervo l’ha sempre vissuta a muoversi in una dimensione che ha ormai assunto i contorni della leggenda.
Un esempio è Marco Calatri, architetto, titolare di Esmeralda. Una boutique che non si trova proprio in un posto qualunque: nel sottopiazza di Porto Cervo, di fronte al mare. A fondarla, nel 1962, fu la zia Maria Corigliano Zedda, originaria di Cagliari. Marco Calatri, amico di Zahara, figlia dell’Aga Khan, da queste parti è una memoria storica. «Mia zia si trovava a bordo di una barca – racconta –. Il tempo era molto brutto e così si rifugiò nella baia di Porto Cervo. Il borgo era ancora in costruzione e lei, donna fantastica e molto avanti, disse subito di voler acquistare uno spazio qui. La nostra storia a Porto Cervo nacque così, insieme al principe Karim Aga Khan».
Cose viste davvero
Marco Calatri, cresciuto tra moda, architettura e design, si lascia trasportare dalla nostalgia. «Ero un bambino quando cominciai a frequentare Porto Cervo – racconta –. Accadevano cose da non credere. Cose che non vedrò mai più. Un giorno mi chiamarono e mi indicarono tre donne: erano tutte e tre regine, sedute insieme a scrivere le loro cartoline. Porto Cervo era questo: parei e infradito. Non c’era l’ostentazione del ricco. Il principe Karim Aga Khan ha creato un qualcosa di unico nel mondo. Sono architetto e ho presto capito il valore della Costa Smeralda: un territorio incontaminato che, dal nulla, diventa resort. Le spiagge, un tempo, le lasciavano in eredità alle donne perché non avevano valore. Lui qui ha cambiato tutto».
E a proposito di cose quasi difficili da credere, all’interno della sua boutique Marco Calatri conserva una pavimentazione Cerasarda che Karim Aga Khan fece realizzare con la collaborazione di Picasso. Il livello, insomma, era questo. «Fino a qualche anno fa capitava ancora di incontrarlo, il principe – racconta Marco Calatri –. Diceva che la mia boutique gli piaceva proprio perché gli ricordava i vecchi tempi. Infatti non ho toccato nulla: tutto è ancora testimone del suo sogno».
Principe addio
Un po’ addormentata e un po’ frastornata. Porto Cervo è una creatura che tra pochi mesi tornerà ancora una volta ad accendersi e popolarsi. Tante le iniziative che, tra Costa Smeralda e Arzachena, saranno organizzate per rendere omaggio al padre di un mondo che continua a girare. Intanto, a Porto Cervo, adesso c’è chi lo ricorda in silenzio. In alcune vetrine compaiono così vecchi documenti e foto in bianco e nero. E anche la prima pagina della Nuova di ieri. «L’ultimo principe», c’è scritto.