Vini «buoni, puliti e giusti»: vince il Cannonau di Mamoiada
Censite 54 cantine nell’isola, 36 quelle premiate: ecco l’elenco
Sassari Buono, pulito e giusto. È come deve essere un vino, secondo i curatori, per entrare nella Guida “Slow Wine” 2025, che nata 15 anni fa ha preso nel tempo un indirizzo molto preciso accentuato, a partire da questa edizione, dalla decisione di non inserire le cantine che utilizzano il diserbo chimico nelle vigne. Un segno dei tempi per caratterizzare maggiormente il Manifesto di Slow Food, così come è un altro segno dei tempi l’eliminazione della categoria del “Vino quotidiano”, per intenderci quello che negli anni scorsi segnalava e consigliava le bottiglie con un costo entro i 12 euro: «intere regioni non riuscivano più a esprimere nemmeno un vino che costasse quella cifra e fosse anche eccellente, alzare ulteriormente il limite avrebbe snaturato il concetto di bere quotidiano» scrive il curatore Giancarlo Gariglio. Come alternativa più attuale è stata così creata la selezione dei “Best Buy”, vini che «nelle rispettive denominazioni e tipologie offrono un prezzo eccezionale».
La Sardegna Il lavoro si è tradotto in un volume di oltre 1.000 pagine con 2.000 cantine italiane recensite. C’è spazio, ovviamente, anche per la Sardegna. Sono 54 le cantine censite (contro le 52 del 2024), al netto delle sezioni che danno conto delle animazioni territoriali che operano in territori che si distinguono per il patrimonio di biodiversità: Mamojà, Comunità del Carignano del Sulcis, Vignaioli del Nord Ovest Sardegna e Mandrolisai. «Bisogna anche ricordarsi che lo spazio nella guida è contingentato e quindi nelle scelte e nelle alternanze dobbiamo fare i conti con questo – spiega Valerio Taras, responsabile regionale di Slow Food –. Le due cantine che si sono aggiunte nel 2025 sono la sommatoria di nove uscite, avvenute per decisione si Slow Food, della cantina o per il diserbo chimico, e di undici nuovi ingressi oltre quelli censiti nei riquadri sulla biodiversità. Dal 23 al 25 febbraio, gran parte di queste cantine saranno presenti alla Slowine Fair a Bologna dove Slow Food Sardegna animerà lo stand della Regione, in collaborazione con gli esperti di Laore, con degustazioni guidate e assaggi della gastronomia locale con prodotti a marchio di denominazione di origine e presìdi Slow Food». Interessante anche la descrizione che Slow Food fa del mondo vitivinicolo isolano: «L’immaginario collettivo del vino sardo è spesso ridotto a Cannonau e Vermentino. La Sardegna del vino, quella vera e genuina, offre molto di più». In questo caso, il problema va affrontato su due versanti: da un lato a una certa visione miope e superficiale di chi osserva, dall’altra la difficoltà a proporsi nel modo giusto valorizzando anche i particolari. Non è sempre così, per fortuna, ma è sulla possibilità di limare questi due fronti che si gioca molto del futuro del comparto. Da sottolineare il dominio, nella Guida, del territorio di Mamoiada con sette cantine censite più l’Associazione Mamojà. Evidentemente il lavoro portato avanti negli scorsi anni sta portando risultati importanti.
I riconoscimenti Un’altra caratteristica che distingue la guida Slow Food dalle altre è l’assenza delle tradizionali classifiche legate all’assaggio e ai punteggi: «Non sentivamo la necessità di una ripetizione – si legge nell’introduzione –. Esistiamo per un altro e più profondo motivo: contribuire al cambiamento dell’agricoltura attraverso il racconto fatto sul campo». «Per noi prima viene la vigna, poi la cantina – aggiunge Valerio Taras –. Per questo visitiamo le cantine: per capire che tipo di fermentazione venga utilizzata, perché un intervento troppo spinto a nostro parere rischia di omologare il prodotto finale senza raccontare il territorio». Sulla Guida questo pensiero si traduce con alcuni simboli. Per le cantine, la chiocciola quando la cantina interpreta valori in sintonia con quelli di Slow Food; la bottiglia quando i vini esprimono un’eccellente qualità organolettica; la moneta quando i vini hanno un ottimo rapporto qualità-prezzo. I vini vengono premiati invece coi simboli Top Wine per il profilo organolettico eccellente, il Vino Slow per il Top Wine buono, pulito e giusto e il già citato “Best buy”.
Nella Guida quest’anno la Sardegna ha avuto cinque cantine con chiocciola (+2 rispetto allo scorso anno), sette bottiglie (-2), un Best Buy, una moneta e 22 Top Wine (erano 20 nel 2024). A ricevere le chiocciole sono state le cantine Giovanni Battista Columbu (Bosa), Deperu Holler (Perfugas), Pusole (Lotzorai), Schirru (Orroli) e Giuseppe Sedilesu (Mamoiada). Le bottiglie sono andate ad Antichi Vigneti Manca (Sorso), Cantina Berritta (Dorgali), Cantina Gungui (Mamoiada), Enrico Esu (Carbonia), I Garagisti di Sorgono (Sorgono), Tenute Dettori (Sennori) e Vike Vike (Mamoiada). La moneta alla cantina Audarya di Serdiana.