La Nuova Sardegna

Il tema

Aggressioni a scuola, la proposta di Valditara: «Arresto per i violenti»

di Claudio Zoccheddu
Aggressioni a scuola, la proposta di Valditara: «Arresto per i violenti»

Il ministro: «Cittadinanza solidale per chi ha 6 in condotta». Il preside De Pau: «Sarà difficile realizzare questi progetti»

3 MINUTI DI LETTURA





Sassari Il fenomeno ha assunto dimensioni preoccupanti ed è necessario trovare un rimedio. Le aggressioni contro dirigenti e docenti, o contro il personale Ata, i bidelli, sono sempre più frequenti e minano il sistema scolastico. Secondo il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, la violenza è un’emergenza, tanto da annunciare di essere intenzionato a proporre durante il prossimo Consiglio dei ministri, “una norma che preveda l’arresto in flagranza nei confronti degli adulti che aggrediscono il personale scolastico”.

Oltre all’arresto, Valditara proporrà anche “sanzioni economiche da 500 a 10mila euro nei confronti dei genitori che aggrediscono”. L’anno scorso, più o meno in questo periodo, era stato istituito l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico che, purtroppo, non è stato sufficiente. La dimostrazione è nei numeri: dall’inizio dell’anno a oggi sarebbero stati già 40 gli episodi di questo tipo. Considerato che nel 2022 erano state denunciate 36 aggressioni e che nel 2022/23 ne erano state segnale 63, l’anno scolastico in corso potrebbe fare segnare gli stessi numeri del precedente o addirittura superarli. Oltre alle manette per i genitori violenti, il ministro ha studiato altre proposte che comprendono il “rafforzamento del valore del voto in condotta, sostituendo le sospensioni con attività di cittadinanza solidale”. Dunque, genitori violenti in galera e ragazzini turbolenti che non riescono a superare il 6 in condotta ai lavori socialmente utili. Basterà? Difficile dirlo. I presidi.

«Per quanto riguarda l’arresto in flagranza, la posizione di Valditara è legittima, il ministro fa il suo mestiere – spiega Massimo De Pau, presidente regionale dell’Anp, l’associazione nazionale dei presidi –. Anche se, è evidente che sarà difficile attuare una misura di questo genere. Vedremo cosa succederà». Sul resto, cioè quello che riguarda le attività di cittadinanza solidale, De Pau sembra d’accordo sulla linea di principio, un po’ meno su quella di attuazione: «La Scuola deve recuperare i ragazzi, non li deve solo punire. Soprattutto quando parliamo di ragazzi che sono nell’età dell’obbligo scolastico e che non sempre ricevono dalle famiglie i giusti input – spiega il presidente dell’Anp –. Prima i genitori erano le figure che magari davano molte regole e un po’ meno affetto, adesso mi sembra che diano tanto affetto ma molte meno regole. Prima di dire cosa penso delle “attività di cittadinanza solidale” è bene chiarire un aspetto: sul voto in condotta esiste già la legge ma, ad esempio, attendiamo ancora i decreti attuativi perché possa essere valida anche alle scuole superiori. Al momento possiamo applicare solo quella che riguarda l’ammissione all’esame di maturità con il 6 in condotta vincolata alla presentazione del cosiddetto “elaborato di cittadinanza”».

Ma sui i lavori socialmente utili o di cittadinanza solidale, De Pau solleva un altro dubbio: «Funzioneranno? Chi lo sa? Al momento per prima cosa c’è da dire che non sappiamo se i datori di lavoro vorranno accogliere ragazzi minorenni, se ci saranno strutture che li accoglieranno perché se viene previsto che un ragazzo di questa età faccia qualcosa di simile ai lavori socialmente utili devi anche prevedere la presenza di persone che vigilino su queste attività. Se dovesse venire meno uno di questi elementi – conclude De Pau – non puoi progettare il futuro. Il ministro e il ministero non possono non tenerne conto».

Primo piano
Trasporti aerei

Nuove rotte, c’è il bando: ecco tutti i collegamenti da Alghero, Olbia e Cagliari

Le nostre iniziative